MOTTA SANT’ANASTASIA. Una guerra di nervi. Prima ancora che una battaglia a colpi di carta bollata. Da una parte chi quella discarica, che sorge ad appena 600 metri dal centro abitato di Misterbianco e qualcosina in più da Motta Sant’Anastasia, proprio non la vuole; dall’altra la Oikos che quella discarica, invece, la gestisce. In contrada Tiritì la storia si è fatta lunga e contraddittoria. Dalla fine degli anni settanta (ovvero, da quando sorse) ad oggi, è stato un susseguirsi incalzante di provvisorietà, crolli, chiusure e riaperture, miasmi fetidi nell’aria, cambi di Prg, controlli sballati sull’emissione dei gas, inchieste giudiziarie. Sono sorti comitati civici ed iniziative istituzionali volte a smantellarla. “Tenere una bomba ecologica di questa portata a due passi da casa è da incoscienti”, spiega una delle tante militanti del “No alla discarica”. Alla fine, però, il Decreto regionale che porta la data del 19 marzo 2009 rilascia una integrazione ambientale integrata alla Oikos S.p.A. per la creazione di un sito per rifiuti non pericolosi sempre in contrada Tiritì: in pratica, un ampliamento dell’attuale discarica. Il Decreto parla di un poco significativo ampliamento ma, a conti fatti, si tratterebbe della realizzazione di una discarica triplicata rispetto a quella già esistente. La capacità aggiuntiva (come si dice in gergo) delle vasche è infatti di 2.538.575, 20 metri cubi.
“Sono il primo firmatario di una mozione all’Ars che dovrà portare alla revoca del decreto del marzo 2009”, ci dice il deputato regionale Anthony Barbagallo. “I miasmi fetidi che investono Misterbianco e Motta Sant’Anastasia è incontestabile – prosegue -; in quella discarica è accaduto di tutto e si è fuori ogni normativa nel controllo dell’emissione dei gas e nel conferimento dei rifiuti biodegradibili. La capacità aggiuntiva di ampliamento delle vasche di contrada Tiritì è assolutamente sovradimensionata tanto che arriva a raccogliere i rifiuti di mezza Sicilia e forse di più”. La mozione depositata all’Ars che porta anche la firma dei deputati Alloro, Cirone e Ferrandelli punta poi il dito sui costi del conferimento: “Tra i più elevati d’Italia, 94.70 euro più Iva a tonnellata. Fate un pò voi”, conclude Barbagallo.
Da parte loro i vertici della Oikos non si scompongono più di tanto ed, anzi, spiegano a Livesiciliacatania che tanto l’attuale gestione quanto l’ampliamento della discarica è assolutamente nella norma: “In relazione alla mozione di revoca del provvedimento di autorizzazione, DRS 221/2009, dell’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi sita in contrada da Valanghe d’Inverno in Motta Sant’Anastasia, la Oikos S.p.A. rende noto che ha già depositato presso le autorità competenti, apposita memoria contenente tutta una serie di osservazioni tecnico-ambientali volte a dimostrare – nel rispetto della normativa vigente in materia – l’infondatezza dei presupposti su cui si fonda la mozione stessa. Allo scopo la società ha richiesto di essere sentita per meglio esporre quanto già in nota osservato auspicando visite ispettive in situ da parte delle autorità nonché l’apertura di un tavolo tecnico regionale al fine di approfondire le tematiche sottese all’insediamento di cui trattasi. Infine si tiene a precisare che è stata ribadita la disponibilità aziendale, anche economica, per l’effettuazione – in qualunque momento ed in contraddittorio con le amministrazioni comunali interessate – di ulteriori indagini analitiche ritenute utili per la caratterizzazione del sito”.
Una posizione che non convince affatto i componenti del Comitato “No alla discarica”: “Perché non spiegano che gli odori che si sprigionano da lì sono insopportabili?”, esordisce Danilo Festa uno dei portavoce. Che aggiunge: “La puzza è continua e la svalutazione degli immobili è ormai un dato di fatto. Ho sempre lottato e denunciato l’ingerenza della Oikos negli interessi politici della zona: la nostra è una lotta sociale e politica in in una situazione dove si barattano anche i posti di lavoro. Ed a rischio ci sono le nostre vite. La Oikos spieghi tutto questo”.
Ed intanto nella giornata di ieri è giunto il pronunciamento sul ricorso presentato dal Comitato e dal Codacons sulla revoca delle autorizzazioni e dell’ampliamento alla discarica da parte del Tar del Lazio. “Ritenuta l’insussistenza di un pregiudizio grave ed irreparabile derivante dalla esecuzione del provvedimento in oggetto (l’autorizzazione, appunto, per l’ampliamento della discarica di contrata Tiritì) – si legge nell’Ordinanza del Tar Lazio – ritenuta, peraltro, l’opportunità di fissare sin d’ora l’udienza pubblica per la discussione del ricorso. Per questi motivi rigetta l’istanza cautelare e fissa l’udienza del 23 ottobre 2013 per la trattazione del merito”.