PALERMO – Sotto il sole di un pomeriggio di piena estate c’è chi fa footing, chi beve una bibita, chi si rilassa leggendo un libro su una panchina, alla Cala. Tra i frequentatori abituali della zona del porticciolo, si parla di quello che è successo la scorsa notte, qualcuno indica con precisione l’angolo da cui, improvvisamente, sono partite delle urla. Una donna gridava con tutte le sue forza, chiedeva aiuto. Su di lei ci sarebbero stati due uomini, probabilmente palermitani.
La turista francese di 21 anni che nella notte tra lunedì e martedì ha denunciato un tentativo di stupro, avrebbe infatti riferito alla polizia che i due comunicavano tra loro in italiano. Una complicità, quella degli aggressori, che sarebbe sfociata nel peggiore dei modi se la compagna di viaggio della francese non fosse intervenuta in tempo. Gli avventori dei locali presenti nella zona stavano infatti per andare via: erano quasi le 4 e dopo un lunedì sera nel cuore della movida palermitana, in molti sarebbero tornati a casa.
Quello che invece si è formato intorno alle due ragazze è stato un capannello di curiosi: “Certo, tutti volevano sapere cosa fosse successo. Abbiamo avuto paura – dice un giovane che abita nei pressi di piazza Fonderia ed è sceso in strada in fretta e furia -. Non ero ancora a letto, ho visto arrivare la polizia e mi sono avvicinato all’area del curvone. Quella ragazza era in lacrime”.
Poco prima aveva raccontato agli agenti delle volanti cosa era successo. Lei si sarebbe stesa sul prato che si trova nei pressi di uno dei due locali notturni del porticciolo, la sua amica era andata in bagno. I presunti aggressori, approfittando del fatto che si trovasse da sola e lontana dalla folla del pub, sarebbero entrati in azione, tentando anche di toglierle i jeans tenendola bloccata per le braccia.
“Aveva una camicetta bianca, la macchina fotografica ancora a tracolla – racconta un pescatore – mi è dispiaciuto vederla così. Io ero appena arrivato, mi metto al lavoro prima dell’alba e capita spesso di trovare ancora diversi giovani nella zona, da quando ci sono tutti questi locali. Un episodio vergognoso per tutti noi, per la città di Palermo che non fa altro che collezionare terribili biglietti da visita da consegnare ai turisti che rappresentano invece una risorsa economica e sociale”.
Dello stesso parere sono alcuni giovani che lavorano nei pub a pochi metri dal porticciolo: “Tra scippi, rapine e violenza, nessuno verrà più a visitare la nostra città – dicono –. Capita spesso che gli stranieri che trascorrono qui la serata ci chiedano di chiamare un taxi nonostante il loro albergo sia distante soltanto pochi metri. Hanno paura, temono di essere aggrediti, derubati. Non è giusto”.
Una vicenda che ha fermamente condannato anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e che si aggiunge alla lunga lista di casi in cui i turisti sono finiti nel mirino nel capoluogo siciliano. Un fenomeno che preoccupa i cittadini e gli albergatori, costretti a fornire un vero e proprio “vademecum” su come difendersi, specie nel centro storico. “Quale ricordo porterà a casa questa ragazza?”, dicono alla Cala marito e moglie seduti mentre bevono un caffè. “Crediamo non avrà mai più voglia di rimettere piede a Palermo”, aggiungono. La sua serata, ieri, si è conclusa in questura, dove insieme all’amica è stata accompagnata dalla polizia per sporgere la denuncia. Nonostante fosse sotto choc ha rifiutato le cure mediche, ma la ferita che dovrà rimaginarsi sarà quella nel cuore e nella mente.