Un carico di morte dalla Sicilia, un potenziale tremendo di distruzione in mano alla camorra per gentile concessione dei boss con la coppola. È l’ultima indiscrezione filtrata dal fronte caldo dei collaboratori di giustizia e racconta di una sorta di rapporto tra Cosa nostra e i Casalesi.
La notizia rimbalza dal sito www.lasiciliaweb.it. Cinquanta chili di tritolo a disposizione dell’ala stragista del clan dei Casalesi, il gruppo terroristico guidato dal latitante Giuseppe Setola, potrebbero essere arrivati dalla Sicilia, per vie traverse. È una delle ipotesi degli investigatori. Secondo indiscrezioni non confermate, dunque i pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli avrebbero appreso dal boss palermitano dichiarante, Gaspare Spatuzza, che era un sicario dei capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, che a partire dal 1993 Cosa nostra avrebbe inviato a Napoli grosse quantità di tritolo per saldare un accordo fra le cosche mafiose. Spatuzza avrebbe reso dichiarazioni importanti.
Avrebbe, per esempio, raccontato che dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, Cosa nostra strinse un’alleanza con la camorra, tanto che al clan di Secondigliano venne inviato da Palermo il tritolo da utilizzare. I magistrati della Dda di Napoli su questa vicenda hanno aperto un’inchiesta, parallela a quella sulla ricerca dei 50 chili di tritolo che sarebbero in mano a Setola – per verificare la provenienza dell’esplosivo e capire se arriva dalla Sicilia – e stanno accertando se l’accordo fra i siciliani e i campani è ancora in piedi, anche per valutare se dalla Sicilia può ancora arrivare esplosivo. La polveriera della mafia, secondo Spatuzza, sarebbe nascosta in fondo al mare davanti alla costa fra la borgata palermitana di Sferracavallo e Capaci. Secondo alcune indiscrezioni che al momento non hanno il timbro dell’ufficialità, una parte di questo esplosivo sarebbe potuta entrare in gioco nel presunto piano per l’eliminazione dello scrittore Saviano.