Più donne nei Consigli provinciali e comunali? No, grazie. La pensano così all’Assemblea regionale siciliana dove, nel corso della votazione della riforma della legge elettorale per gli Enti locali, l’emendamento relativo alla doppia preferenza di genere ha ricevuto un secco “no”.
La bocciatura è arrivata in tarda serata, al termine di una vera e propria maratona a Sala d’Ercole. Sul piede di guerra le tre rappresentanti del gentil sesso di Palazzo dei Normanni Marianna Caronia (Pid), Concetta Raia (Pd) e Giulia Adamo (Udc), che nei giorni scorsi avevano incassato il sostegno di alcuni colleghi parlamentari e di ampie fasce della società civile, dal mondo dell’imprenditoria a quello dei sindacati.
“L’Ars – dice Raia – ha perso un’occasione: invece di far segnare una svolta nella democrazia paritaria, molti parlamentari hanno preferito nascondersi dietro il voto segreto. Peccato, poteva essere una prova di maturità, invece è stata una prova di codardia”.“Il rammarico è grande – aggiunge – tuttavia dobbiamo ricordare che questa riforma contiene aspetti importanti sul versante della democrazia paritaria: dalla presenza delle donne in giunta a quella nelle liste. Evidentemente la strada da fare è ancora molta, ma l’impegno mio personale e del Pd in questa direzione resta immutato”.
“E’ semplicemente una vergogna – commenta Marianna Caronia intervistata da Live Sicilia -. Ieri abbiamo assistito a uno dei momenti più tristi dell’attività parlamentare. Avevamo chiesto di inserire la norma nel maxiemendamento ma è stato inutile e siamo state costrette a presentarlo come emendamento a sé. In 32, tra cui diversi capigruppo, ci avevano appoggiato e avevano posto la loro firma. Al momento del voto però i favorevoli sono stati solo 28 contro 38 contrari (66 votanti ndr.), qualcuno quindi ha cambiato idea e non ha avuto il coraggio di dirlo pubblicamente”. La votazione infatti è avvenuta, su richiesta di Greco, a scrutinio segreto.
“C’è stato – tuona Caronia – un accordo tacito tra tutti i partiti. Ha vinto la ‘casta’, tutti insieme contro le donne. Il fatto che possano entrare in politica e fare meglio di loro terrorizza gli uomini e questo è il risultato. La cosa peggiore è avere preferito lo scrutinio segreto, non hanno neppure il coraggio di dire chiaramente il proprio pensiero”. Marianna Caronia il giorno dopo la sconfitta non nasconde l’amarezza e sottolinea come “il pregiudizio contro la rappresentanza di genere sia tristemente radicato anche nelle generazioni più giovani. Molti deputati giovani si sono dichiarati contrari ed è un pessimo segno. Che tristezza poi sentire i commenti o vedere gli ammiccamenti di chi ha votato no… tutta la trattativa si è svolta in un clima da caserma, con allusioni, battute ironiche. Un atteggiamento semplicemente vergognoso”.
“Di certo – conclude Caronia – non finisce qui: valuterò, con le colleghe e i colleghi che sostenevano l’emendamento, cosa fare per ribaltare le cose”.