Sfruttamento di giovani migranti | Finiscono nei guai 8 imprenditori - Live Sicilia

Sfruttamento di giovani migranti | Finiscono nei guai 8 imprenditori

I provvedimenti del gip. Partinico e Borgetto epicentro dell'inchiesta. La replica di tre indagati.

NEL PALERMITANO
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PALERMO – Dodici euro al giorno per spaccarsi la schiena nelle campagne in provincia di Palermo. Altrettanti per lavorare in pizzeria. Otto imprenditori siciliani avrebbero sfruttato diversi migranti minorenni giunti in Sicilia non accompagnati. Partinico e Borgetto sono l’epicentro di un grave episodio di “caporalato” scoperto dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura per i minorenni. 

Per tutti gli imprenditori è scattata una misura interdittiva dal giudice per le indagini preliminari Guglielmo Nicastro. Stessa cosa per i gestori della cooperativa New River di Borgetto che aveva ricevuto in affidamento i minorenni ed invece si sarebbe trasformato in un centro per l’impiego in nero dei ragazzini di 16 e 17 anni.

Ecco le persone e le attività coinvolte: Vincenzo Alduina, titolare della pizzeria La Sorgente di Borgetto; Giuseppe Criminisi, psicologo di Agrigento e responsabile della comunità New River; Giuseppe Mario Di Bella, agricoltore di Partinico; Francesco Lo Baido, agricoltore pure lui di Partinico, così come Pietro Lo Baido; Antonino Lombardo, titolare dell’immobile che ospita la comunità New River; Maria Teresa Lombardo, proprietario della pizzeria New River di Borgetto, e Andrea Carmelo Meli, di Caltanissetta, amministratore della coop EsseQuadro che gestisce la comunità New River.

Le indagini sono partite da una segnalazione sulle pessime condizioni igienico sanitarie della struttura che ospitava i minorenni. A quel punto gli investigatori hanno raccolto le testimonianze dei ragazzini, tutti impauriti per le condizioni che erano costretti a subire. Per andare al lavoro dovevano percorrere più di un chilometro lungo la statale con gravi rischi per la loro incolumità. L’episodio più grave è accaduto ad un minorenne che mentre lavorava si è bruciato la mano. Al pronto soccorso però era stato obbligato a mentire sulla reale causa della ferita. La comunità, gestita da una società fiorentina, è stata chiusa e gli ospiti trasferiti altrove.

La nota dei legali di tre indagati. Relativamente all’informazione di garanzia ricevuta in data odierna dai Sigg.ri Lo Baido Pietro, di anni 82, Lo Baido Francesco, di anni 36 e Di Bella Giuseppe Mario, di anni 64, gli stessi, a mezzo del proprio difensore di fiducia, Avv. Ilenia Bacchi, dichiarano di essere totalmente estranei ai fatti contestati e che avranno modo, nelle opportune sedi e nei modi di legge, di chiarire la loro posizione in merito. Precisano, altresì, di non avere mai sfruttato il lavoro altrui, né tantomeno quello minorile, di essere consapevoli di quelli che sono i diritti dei lavoratori e soprattutto di avere profondo rispetto dei valori di solidarietà e di tutela della dignità dell’essere umano. Gli stessi non hanno mai costretto alcuno a svolgere attività lavorativa che abbia comportato rischi per la salute ovvero che abbia compromesso e/o minato il benessere psicofisico della persona e che sono ben consapevoli di quelli che sono i diritti fondamentali dell’essere umano. Attendono di conoscere più dettagliatamente gli elementi di accusa e- pur nel rispetto dell’operato della magistratura e nella piena e assoluta fiducia negli organi di giustizia – si riservano di provare nelle sedi di competenza la loro estraneità ai fatti che hanno dato origine alla predetta informazione di garanzia”.

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