CATANIA – Una chiesa troppo piccola per contenere l’immenso dolore di parenti ed amici che hanno affollato la parrocchia di San Giuseppe in Ognina per partecipare ai funerali di Gianluca Fucile.
Un lungo applauso ha accompagnato l’entrata della bara e poi le campane a lutto. In centinaia, anche fuori dalla piccola chiesetta nonostante la pioggia, che si è mescolata alle lacrime sul viso di tanti.
Un silenzio assordante è calato in via Grasso Finocchiaro: bloccato anche il traffico per tutta la durata della messa ma nessuno si è lamentato ed ha atteso, con rispetto, la fine della funzione religiosa. L’omelia di don Domenico Rapisarda parla di accettazione tramite la fede. Come si fa ad accettare che la vita possa finire cosi contro un albero all’età di 25 anni? Gabriele Fucile, il fratello, è chiuso nel suo dolore così come la sua famiglia: chiedono rispetto, soprattutto ai cronisti. Allora, ai margini, raccontiamo i momenti di questo ultimo abbraccio vissuto proprio nella via dove vive la sua famiglia, dove Gianluca è cresciuto, dove scorazzava a dieci anni e già parlava di musica.
Amici del cuore, fratelli del cuore, compagni di musica… Le ghirlande di fiori in onore e in ricordo di Gianluca portano le firme di una famiglia allargata. Una scritta, nella sua semplicità, descrive l’intimità dei sentimenti che uniscono la folla presente nella chiesa di San Giuseppe: “Resterai per sempre nei nostri cuori”. Immobili, sguardi vuoti, o volti nascosti dagli occhiali da sole nonostante il grigiore del tempo, tutti davanti alla scritta “mooving”: la stessa della copertina del suo diario su Facebook.
L’abbraccio dei catanesi è stato così forte da ritardare l’uscita del feretro: una lunga pelegrinatio all’interno della chiesa anche solo per sfiorare la bara marrone chiaro. Un saluto, l’estremo e l’abbraccio ai genitori, orfani del loro “Gianluca”. Pochi istanti prima che lo scrigno di legno uscisse, ha iniziato a piovere, a piovere forte: si sono aperti gli ombrelli, ma l’applauso è scattato ugualmente, forte e scrosciante. Qualcuno dei suoi amici del cuore, però, ha voluto regalargli un arrivederci tutto catanese: “Ciao ‘mpare”.
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