PALERMO – Clima infuocato tra i lavoratori ex Pip, che questa mattina hanno sfilato attraverso le arterie principali di Palermo. Traffico in tilt in tutta la città. Mattinata di passione per gli automobilisti palermitani che hanno dovuto evitare le zone centrali. Il corteo, partito da piazza Croci e costituito da oltre cinquecento lavoratori, si è snodato in modo pacifico ma chiassoso fino a piazza Indipendenza. Qui, dopo un breve sit-in davanti a Palazzo D’Orleans, sede della presidenza della Regione, i manifestanti si sono spostati davanti all’Ars. Obiettivo, ancora una volta, un incontro con il presidente della Regione Rosario Crocetta.
A guidare il corteo Mimmo Russo, leader storico degli Ex Pip . “I lavoratori vogliono continuità lavorativa. Non vogliono sussidi né cooperative, ma solo ciò che spetta loro: l’articolo 1 della Costituzione. Rivendichiamo solo il diritto al lavoro”. Nel mirino dei lavoratori la prospettiva di entrare in cooperative sociali, situazione che li renderebbe maggiormente vulnerabili. Parole al vetriolo quelle usate dai lavoratori ai danni del governatore siciliano, accusato di aver promesso in campagna elettorale una stabilizzazione e una dignità lavorativa mai messe in atto. Gli operai puntano il dito contro la Finanziaria regionale che taglia qualunque possibilità di lavoro all’interno dei diversi settori dell’amministrazione pubblica.
Sono 2.984 i lavoratori che versano in uno stato di precarietà e che chiedono stabilità e certezze per il futuro. “Dovevamo essere stabilizzati – dice Giuseppe Spicuzza, sindacalista Uil Trasporti -. Crocetta voleva inserirci in delle cooperative, ma ieri l’emendamento è stato bocciato. Oggi chiediamo un transito verso le compatercipate”. Salvo Altadonna, consigliere comunale della V circoscrizione, ha sottolineato, invece, come tra gli ex Pip ci sia un bacino ampio di figure professionali. “La cosa più grave – dice Altadonna – non è che gli operari siano in strada per manifestare un loro diritto, ma che questi lavoratori hanno studiato e propongono delle soluzioni. Forse un po’ più di ascolto la meriterebbero”.