PALERMO – In Sicilia le pensioni sono le più basse d’Italia. Lo afferma una Analisi Territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici e beneficiari, svolta in collaborazione con l’Inps, che mostra come nell’Isola la maggioranza delle pensioni (oltre 900 mila, il 52,7 per cento del totale) sia al di sotto dei mille euro. Una pensione su sei, inoltre, è inferiore ai 500 euro al mese. Un dato che pone la Sicilia al penultimo posto in Italia, seguita dalla sola Sardegna.
Secondo il rapporto, inoltre, la spesa pensionistica nell’Isola è aumentata del 3,7% rispetto al 2010, arrivando ad incidere per il 20,14 per cento sul Pil regionale. L’importo medio delle pensioni è di poco superiore ai diecimila euro annui, ma non mancano i casi ‘eclatanti’ come Agrigento, penultima in Italia con una media di 8.665 euro all’anno. L’analisi dell’Istat, che vede in generale il Sud ed in particolare le isole al fondo di tutte le graduatorie, regala a Siracusa (con il 30,3 per cento) e Palermo (con il 30,2 per cento) rispettivamente il terzo e quarto posto in Italia per numero di pensioni assistenziali.
I dati istat, inoltre, descrivono una Sicilia in cui il 20,2 per cento delle pensioni siciliane sono per ex dipendenti del comparto pubblico, un dato del 6 per cento superiore alla media nazionale. “È sotto gli occhi di tutti – afferma Paola Costantini, responsabile delle attività di manutenzione e aggiornamento della Banca Dati regionale dell’Istat – come la pensione, in Italia ma ancora più nelle regioni che stanno risentendo maggiormente della crisi, Sicilia in testa, sia un’ancora di salvataggio per famiglie in difficoltà economica che si affidano alla pensione dei nonni per arrivare a fine mese o per avere qualche garanzia per ricorrere alle finanziarie”.
“La spesa pensionistica in continua ascesa è un ulteriore aspetto degli effetti devastanti della crisi”, sottolinea Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia. “Quella della crisi è una spirale da cui è difficile uscire, se si rimane immobili e non si agisce in una direzione chiara e precisa. Il costante impoverimento delle famiglie, soprattutto quelle che si basano su una pensione, dimostra che siamo al limite della sopportazione. È necessario spendere di più socialmente per evitare una recessione infinita”.
