La solerzia dell’Inps siciliana nello scovare falsi invalidi è sempre all’opera. Peccato però che si ostini sempre sugli stessi soggetti. Salvatore Crisafulli, l’anti-welby siciliano, immobilizzato in un letto dal 2003 per un incidente in moto, ha nuovamente ricevuto una lettera dall’istituto di previdenza, che vuole verificare il suo stato di invalidità.
Nella lettera si chiede una completa documentazione che attesti la gravità della sua condizione e qualora tali documenti risultino non completi, Crisafulli dovrebbe recarsi di persona per una verifica de visu. “Una nuova beffa” la definisce il fratello Pietro. “Come fanno a non sapere in che condizioni vive Salvatore, e come si arrivi a sospettare che approfitti della pensione è proprio un mistero”, dichiara disgustato. Infatti già nell’aprile del 2009 Salvatore Crisafulli aveva ricevuto una lettera simile, in cui si ventilava la sospensione della pensione, appena 470 euro, qualora lo stesso non si fosse recato di persona negli uffici preposti alla sua pratica.
La notizia, riportata da Livesicilia, costrinse l’allora presidente nazionale e il direttore provinciale Domenico Brisciglio a scuse tempestive, seguite dall’assicurazione che un codice speciale avrebbe segnalato la pratica di Salvatore, per evitare il ripetersi di questi controlli. Oggi invece una nuova missiva è stata recapitata a casa Crisafulli, firmata dallo stesso Brisciglio. “Ci sentiamo offesi, feriti, umiliati, prosegue Pietro, che da anni conduce una vera e propria battaglia per veder riconosciuti i diritti del fratello. Forse l’Inps si aspettava un miracolo, ma purtroppo non è avvenuto”. Il vero miracolo sarebbe invece un centro di assistenza per questi malati, che risvegliatesi dal coma sono costretti ad elemosinare i servizi sociali ai comuni e vivono totalmente a carico delle famiglie.
Salvatore Crisafulli viene considerato locked-in cioè imprigionato nel suo stesso corpo. Paralizzato a seguito dell’incidente è riuscito a recuperare la coscienza e a comunicare il suo pensiero con il computer grazie a un sofisticato software che coglie i movimenti degli occhi e la direzione dello sguardo. Qualche mese fa, quando il comune di Catania aveva sospeso l’assistenza domiciliare aveva minacciato di recarsi in Belgio per chiedere l’eutanasia. Ora una nuova provocazione, stavolta da chi dovrebbe garantirgli la sussistenza minima. Speriamo che a questa nuova lettera non seguano solo le scuse di rito, ma fatti che testimonino una buona previdenza realmente solerte.