In volo con il 41° Storm - Live Sicilia

In volo con il 41° Storm

Una missione di volo nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”. LE FOTO

SIGONELLA/IL REPORTAGE
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8 min di lettura

CATANIA – È un plumbeo mattino quando giungo in base, a Sigonella, per prendere parte ad una missione di volo nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro” intesa al controllo delle rotte migratorie che i trafficanti di esseri umani oramai da tanto, troppo, tempo percorrono per traghettare migliaia di poveretti verso quella che per questi ultimi rappresenta l’accesso alla terra promessa. Ad accogliermi trovo all’ingresso della base aeronavale italo-americana il Maresciallo di prima classe Carmelo Savoca, addetto stampa del 41° stormo Antisom. Con Nicola ci conosciamo oramai da quasi un trentennio. Dopo un caloroso saluto ed espletate le formalità per l’accesso in aeroporto Carmelo mi illustra quello che sarò il programma di massima del giornata. Infatti, viste le contingenze operative che coinvolgono non solo il 41° stormo ma anche il comando americano con cui l’Italia condivide la base aerea ad ogni istante potrebbe nascere una qualche esigenza che porterebbe a dover modificare i programmi nel giro di pochissimi minuti. Il tutto è, per altro, reso ancora più complesso dalla concomitanza con l’esercitazione NATO “Dynamic Manta 2016” cui l’Aeronautica Militare Italiana fornisce supporto logistico con parte del personale e delle infrastrutture della base di Sigonella.

Alla sala briefing del comando di Stormo conosco il comandante Pietro D’Arrigo dell’88° Gruppo Antisom. Nel corso del briefing il comandante illustra le modalità operative del volo. Sarà un volo che vedrà impegnati due velivoli Atlantic che in questa occasione avranno assegnati gli identificativi di “DAGA 1” e “DAGA 2”. “DAGA 1” che offrirà ospitalità agli organi di stampa seguirà sempre molto da vicino “DAGA 2” nel corso della sua attività operativa sul “task” assegnato e si terrà con questo in stretto contatto radio al fine di rendere la vita più facile ai giornalisti per realizzare al meglio il nostro lavoro. Concluso il briefing e fatta conoscenza con i restanti membri dei due equipaggi di volo, tutti insieme, militari e civili, passiamo al magazzino vestiario per prendere i consegna i giubbini di volo che indosseremo una volta a bordo dei velivoli Atlantic e per avere impartite le ultime indicazioni sull’utilizzo del kit di sopravvivenza e dei materiali di primo soccorso nel caso fossimo costretti ad affrontare l’eventualità di un atterraggio forzato o di un eventuale ammaraggio d’emergenza. Nel contempo i piloti e co-piloti dei “DAGA” 1 e 2 prendono in consegna i modernissimi tablet con memorizzate le carte aeronautiche e firmano i registri di volo.

Accompagnati dai comandanti dei due velivoli arriviamo ai due Atlantic che sono nel piazzale prospiciente l’ “Hangar ONE”, la nuova e modernissima casa dei velivoli antisom, dove il personale specialistico sta effettuando gli ultimi controlli di rito prima di un volo. I primi a salire a bordo degli aerei sono i piloti e gli equipaggi degli specialisti, motoristi, navigatori, addetti al carteggio e tattici. Piloti e co-piloti hanno preso posto ai comandi e seguendo un preciso rituale codificato oramai da oltre 40 anni di attività con questi, per certi versi un po’ buffi, aerei i comandanti di DAGA 1 e 2 avviano i turboelica di cui sono dotati i Breguet Atlantic. Viene prima avviato il motore di destra e una volta che questo raggiunge il regime corretto ad un preciso comando dello specialista a terra viene avviato anche quello di sinistra. Il frastuono è assordante così come è impressionante la quantità di vento che riescono a generare le due eliche di questi aerei.

Meccanici, specialisti di terra e squadre antincendio sono tutti sincronizzati per offrire il massimo del supporto agli equipaggi di volo. Tutti si muovono secondo una liturgia, resa perfetta dalla passione e dall’amore per il proprio lavoro, come fossero un unico, sofisticatissimo, organismo. Gli ultimi a salire a bordo di DAGA 1 sono i giornalisti accompagnati dal Maresciallo Savoca che, con fare molto discreto, veglia continuamente su di noi. L’accesso al velivolo avviene dalla scaletta di poppa che si apre proprio sotto l’attaccatura tra la “coda” e il piano alare di poppa del velivolo. Dopo aver preso posto sui seggiolini all’interno del ventre degli Atlantic e allacciato le cinture il comandante riceve dalla torre di controllo l’OK per raggiungere la piazzola d’attesa per il decollo e gli specialisti a terra con il pollice alzato danno l’OK definitivo al rullaggio. Il comandante, impugnati i comandi del gas dei motori li spinge con fermezza in avanti e l’aereo comincia lentamente a muoversi. DAGA 2 ha già imboccato il sentiero per la testa della pista e DAGA 1 gli sta subito dietro a distanza di sicurezza. Dopo un’attesa di circa dieci minuti è il nostro turno. DAGA 2 si porta in testa alla pista e, dato gas ai motori, inizia a prendere sempre più velocità finché non si stacca da terra.

Il comandante da gas ai motori, un sussulto percorre l’intera carlinga dell’aereo che prende a muoversi sempre più velocemente; in men che non si dica raggiungiamo la velocità necessaria a far staccare la prua da terra. Dopo una frazione di secondo anche le ruote sotto le ali sono sollevate da terra e inizia la breve impennata che ci porta alla quota operativa di circa 3500 piedi sul livello del mare. Ora puntiamo decisi verso sud-est e dopo pochi minuti sorvoliamo il golfo di Augusta con suo brulichio di navi. Siamo sopra il Mediterraneo. DAGA 2 inizia la attività di pattugliamento; da bordo di DAGA 1 ne seguiamo ogni singolo istante. Pochi minuti dopo l’inizio dell’attività si profila all’orizzonte la grossa sagoma di una nave cisterna. Puntata la “preda” il grande bimotore inizia le manovre di approccio al fine di verificarne l’identità e le eventuali anomalie rispetto a quanto dichiarato nelle documentazioni ufficiali fornite dall’armatore alle autorità marittime preposte ai controlli del traffico navale. Espletate tutte le formalità dettate dall’attività in corso e verificata la conformità di quanto dichiarato DAGA 2 riprende la rotta di pattugliamento.

Il comandante, via interfono, comunica ai fotografi presenti a bordo che DAGA 2 ha appena segnalato un target a “ore 3” rispetto a noi. Gli occhi elettronici di DAGA 2 hanno rilevato la presenza di un piccolo natante, un puntino nell’infinità del mare; ci si appresta ad un nuovo approccio al fine di verificare l’eventuale presenza di migranti a bordo. Viriamo a dritta e scendiamo di quota verso il target ancora invisibile. Poco dopo qualcosa si materializza sulla superficie del mare. Ciò che dapprima ci appare come un puntino sfocato prende sempre più forma. Si tratta di un piccolo peschereccio in legno che fa rotta verso terra. Il Comandante di DAGA 2, seguendo una rotta perpendicolare rispetto a quella del natante, si porta proprio sopra la sua verticale così da poterlo meglio analizzare grazie ai sensori di bordo. Con gli occhi incollati agli oculari delle fotocamere seguiamo con frenetica apprensione la sequenza di ciò che accade a qualche centinaio di metri di distanza da noi. Una breve comunicazione radio tra i comandanti dei due velivoli basta ad allentare la tensione. Tutto regolare. La piccola imbarcazione sta rientrando da una battuta di pesca.

La “navigazione” prosegue senza ulteriori eventi degni di nota fino al momento di fare rientro alla base. All’orario prestabilito i due comandanti di DAGA 1 e DAGA 2 si accordano sulla rotta da tenere per il rientro e ci danno la possibilità di esprimere quelle che sono le nostre necessità fotografiche al fine di rendere più cospicuo il bagaglio di immagini che ciascun fotografo avrà modo di realizzare nel corso di questa missione.

Un’ampia virata di quasi 180° ci riporta in rotta verso terra. Da uno squarcio tra le nuvole fa capolino la vetta dell’Etna con i suoi crateri sommitali che fumano indifferenti a ciò che accade sotto di loro. Chiediamo al Comandante di far rotta proprio verso il vulcano per realizzare qualche scatto dell’Atlantic con lo sfondo dell’Etna e dopo alcuni minuti eccoci accontentati. DAGA 2 si frappone tra noi e l’Etna dandoci modo di ritrarlo mentre effettua una leggera correzione di rotta per meglio disporsi a favore di obiettivo.

Il velivolo in primo piano che sorvola la costa lavica a nord di Catania e l’imponenza dell’Etna a far da sfondo; il tutto incorniciato dalle nuvole che si sono aperte rendendo ancora più suggestiva l’inquadratura.

Durante il volo di ritorno verso l’aeroporto di Sigonella sorvoliamo la costa catanese con le sue mille insenature e pareti rocciose su cui frangono le onde. In prossimità dell’aeroporto civile di Catania – Fontanarossa il Comandante, ricevute le necessarie autorizzazione dalle autorità aeronautiche e in accordo con il comandante di DAGA 2 si posiziona appena sopra di quest’ultimo ed effettuiamo un volo radente sulla pista di Fontanarossa per consentirci di effettuare un’altra serie di scatti che ritraggano il velivolo Atlantic con lo sfondo della città di Catania e dell’Etna.

Ringraziamenti: Per la realizzazione del presente reportage si ringraziano: il personale tutto del 41° Stormo AntiSom. Ancora l’autore ringrazia il Capo Ufficio Stampa dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana per aver concesso le necessarie autorizzazioni ad espletare l’attività mediatica richiesta all’interno della base aerea di Sigonella e da bordo dei velivoli Breguet BR 1150 – Atlantic.

 


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