CATANIA – Un’inaugurazione sotto tono quella dell’anno giudiziario 2013 al Palazzo di Giustizia di Catania. Si contavano molte sedie vuote, e questo mostra il reale stato d’animo del settore giustizia. Non manca l’impegno, la volontà, la passione: i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma, forse, manca la voglia di presenziare alle cerimonie. Eventi come questi, però, fanno emergere le enormi difficoltà con cui lavora la magistratura del distretto, che comprende non solo Catania, ma anche Ragusa e Siracusa.
Nella sua relazione il presidente della Corte d’Appello di Catania Alfio Scuto afferma che il “buon andamento della giurisdizione civile e penale è stato fortemente penalizzato dai vuoti d’organico del personale di magistratura lamentati, in misura maggiore o minore, da tutti gli uffici del distretto. Allo stato tali scoperture distrettuali – aggiunge il magistrato snocciolando i dati forniti dal Consiglio Superiore della Magistratura – si attestano su una percentuale media del 14,90 per gli Uffici giudicanti e del 12,77 per quelli requirenti”. Scuto alza i toni: “I problemi della giustizia italiana non possano essere valutati esclusivamente in termini di produttività aziendale, la domanda di giustizia rimane un bisogno primario della collettività, i cui costi devono considerarsi socialmente utili e doverosamente riassorbibili nella fiscalità generale”.”La giustizia dev’esser pronta, ma non frettolosa. L’amministrazione della giustizia non produce pentole o mastelli ma riconosce i diritti dei cittadini, il suo fatturato non è espresso in euro ma si sostanzia nell’impedire che i cittadini si facciano giustizia da sé”.
Per il futuro? Il presidente della Corte fa ragionevoli previsioni: “Quello in corso sarà un anno di svolta per la giustizia italiana, per via della piena operatività che dovrebbe ricevervi la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, ancora per via della compiuta applicazione degli adottati programmi di gestione dell’arretrato civile, infine per via dei nuovi indirizzi politico-governativi conseguenti all’imminente tornata elettorale. E in proposito non mancherà certo l’impegno dei magistrati”.
Scuto è attorniato da tutti i rappresentanti della macchina della giustizia catanese. La giunta dell’Anm Tony Nicastro, sostituto procuratore di Siracusa, Maurizio Magnano di San Lio, presidente dell’Ordine degli avvocati di Catania. Nelle prime file: il sindaco Stancanelli, il prefetto Cannizzo, Giovanni Signer della Questura di Catania, Giuseppe La Gala, comandante dell’Arma. Giovanni Salvi, procuratore capo della Repubblica e Bruno Di Marco, presidente del Tribunale di Catania. Calogero Piscitello del Dap e Giovanna Di Rosa, togata del Csm: sono i due rappresentanti nazionali presenti all’inaugurazione a Catania.
Il Presidente Scuto infine sottolinea l’importante ruolo sociale della magistratura: “Anche nella ‘modernita’ liquidà in cui la società contemporanea è immersa il giudice continua a rimanere un imprescindibile punto di riferimento per il cittadino”. E poi come si fa a dimenticare la crisi, le vertenze, i fallimenti delle società. Windjet ed Aligrup sono protagoniste dei tanti procedimenti che il distretto giudiziario di Catania sta trattando. I dati sono da far accapponare la pelle: nell’anno passato sono sopravvenuti 3.549 procedimenti di lavoro e ne sono stati definiti 2.639 con una pendenza definitiva di 10.566 procedimenti. In materia di previdenza risultano sopravvenuti 4.581 casi, definiti 5.366 e pendenti 12.813. Una nota positiva proviene dall’informatizzazione del Tribunale di Catania, soprattutto per i grandi risultati che sta portando il processo civile telematico a valore legale.