PALERMO – Anna Rosa Corsello è già stata citata in giudizio dalla Procura regionale della Corte dei conti. Le viene contestato un presunto danno erariale da 177 mila euro. Il dirigente generale del dipartimento Lavoro della Regione potrebbe essere il primo di una lunga serie di burocrati che avrebbero intascato compensi considerati “illegittimi” per incarichi aggiuntivi e sui quali i pubblici ministeri contabili hanno avviato una maxi indagine. I dirigenti, sulla base della Finanziaria del 2012, non possono percepire alcun compenso extra. Fino ad allora una circolare regionale, che recepiva una legge dello Stato, consentiva loro di incassare metà della somma. Ed, invece, in centinaia non avrebbero versato la parte che spetta alla Regione.
È di questi giorni la vicenda innescata dalla circolare del Ragioniere generale Salvatore Sammartano che, anche sulla base di un parere emesso dal Consiglio di giustizia amministrativa, ha deciso di bloccare l’erogazione degli stipendi in enti pubblici e società partecipate e di avviare il recupero delle somme. Nei mesi scorsi Livesicilia per primo, dopo avere scoperto che i conti non tornavano, aveva più volte sollevato la questione che riguardava gli anni precedenti. Alcune circolari emanate dalla Regione nel 2009 applicavano in Sicilia la legge 2 del 6 febbraio 2008. Una legge che riguardava “qualsiasi incarico conferito ai dirigenti dalla Regione o su designazione della stessa”.
La procedura era semplice: l’ente presso cui il dirigente aveva espletato l’incarico liquidava alla Regione l’intero compenso; quindi la Ragioneria generale pagava il 50 per cento della somma al dipendente e la restante metà restava nelle casse regionali. In molti casi l’ente o la società avrebbero pagato l’intera somma direttamente al dirigente, saltando il passaggio dal Bilancio. Insomma, c’è chi si sarebbe messo tutti i soldi in tasca. I dirigenti regionali sono poco meno di 1.800. Ciascuno di loro può essere chiamato a ricoprire incarichi altrove. Presidenti e consiglieri di amministrazione di enti, commissari straordinari, responsabili unici dei procedimenti nelle gare d’appalto: si parla di migliaia e migliaia di incarichi.
Il primo caso scoperto è quello della Corsello, ma la Procura regionale della Corte dei Conti ha avviato un’inchiesta a tappeto che potrebbe avere sviluppi clamorosi. Negli uffici dei magistrati contabili in via Cordova, a Palermo, sono stati già convocati e sentiti il dirigente generale della Funzione pubblica, Luciana Giammanco, e l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei. I due sono stati convocati dal viceprocuratore Gianluca Albo. Aduzioni dalle quali sarebbe emersa la falla del sistema. Non esiste un elenco degli incarichi assegnati ai dirigenti per il semplice fatto che le nomine non sono state comunicate alla Funzione pubblica. Ecco perché, forse, nonostante la Giammanco mesi fa avesse annunciato uno screening sugli incarichi, Livesicilia ha tentato di conoscere i dati.
I compensi contestati alla Corsello al termine delle indagini del Nucleo di polizia tributaria della finanza riguardano gli incarichi di commissario liquidatore di Multiservizi e Biosphera. A Livesicilia, quando venne fuori la notizia dell’indagine, la dirigente dichiarò di avere operato nella piena legittimità. La pensano diversamente i pm contabili che l’hanno citata in giudizio. In realtà anche un altro caso è venuto a galla, ma la partita si è chiusa senza l’intervento dei pm contabili: Patrizia Monterosso cumulava ai compensi di segretario generale della Regione quelli di consigliere di amministrazione dell’Irfis. Soldi che in questi mesi ha dovuto restituire. Una spia di quanto potrebbe e dovrebbe accadere per tanti altri dirigenti.