PALERMO – La presa d’atto della “indisponibilità” da parte delle opposizioni “a condividere responsabilità in un nuovo governo” e la conseguente decisione di muoversi “nel quadro della maggioranza uscente”. Paolo Gentiloni (la scheda) riceve dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’incarico di provare a formare un nuovo governo e l’ormai ex ministro degli Esteri dell’esecutivo Renzi descrive così lo scenario in cui proverà a districarsi. Un quadro figlio anche della “conferma della decisione di Renzi di non accettare un reincarico in coerenza con l’impegno che aveva manifestato”. Una coerenza che “merita rispetto e da parte di tutti”. La premessa sull’ex premier e sulle opposizioni diventano il presupposto su cui giustificare le basi del suo esecutivo: “Non per scelta, ma per senso di responsabilità ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente”. Per Gentiloni una dichiarazione di pochi secondi dopo aver incontrato il capo dello Stato e prima di ascoltare anche il presidente del Senato Pietro Grasso e il suo alter ego alla Camera Laura Boldrini: l’intento è quello di “accompagnare e, se possibile, facilitare il percorso delle forze parlamentari per definire le nuove regole elettorali”.
Il premier incaricato si dice “consapevole dell’urgenza di dare all’Italia un governo nella pienezza dei poteri, per rassicurare i cittadini e affrontare con massimo impegno e determinazione le priorità internazionali, economiche, sociali”. Tra le urgenze citate da Gentiloni anche quella legata alla ricostruzione post-terremoto di Umbria e Marche, che era già stata sottolineata sabato sera da Mattarella al termine delle sue consultazioni. Il tutto condito dai ringraziamenti a Mattarella e da una premessa: “E’ un incarico che considero un alto onore. Cercherò di svolgere il compito con dignità e responsabilità”, le parole di Gentiloni.
La scelta di Mattarella non piace a Lega, Fratelli d’Italia e Movimento cinque stelle, che chiedono il ritorno immediato alle urne. Il leader del Carroccio ricorda il voto contrario degli italiani al referednum del 4 dicembre e a proposito di Gentiloni parla di “fotocopia sfigata e inutile di Renzi”. Giorgia Meloni si affida al Gattopardo: “Tutto cambia perché nulla cambi – dice -. Siamo passati dal Governo del burattino delle lobby al Governo del burattino del burattino delle lobby”. Da Salvini e Meloni anche il richiamo alla piazza: il segretario della Lega annuncia una manifestazione per il 17 e 18 dicembre, mentre l’ex ministro della Gioventù rilancia: “Se il Pd pensa si trascinarci a fine legislatura con il quarto esecutivo non scelto dagli elettori, sappia che il 22 gennaio ci troverà in piazza con tutti gli italiani che ancora credono che la sovranità appartiene al popolo e rivendicano il loro diritto a votare e decidere”. Anche il Movimento cinque stelle annuncia battaglia: niente dimissioni di massa ma non resteremo con le mani in mano – spiega la capogruppo alla Camera Giulia Grillo – davanti a un nuovo governo di Matteo Renzi sotto le mentite spoglie del Gentiloni di turno”.
Ed è proprio Renzi il convitato di pietra della concitata domenica della politica italiana, in bilico tra il colle più alto di Roma, Palazzo Chigi e Montecitorio. Nella notte l’ex premier si è fatto vivo con un lungo post Facebook in cui ha ricordato “i fantastici mille giorni di governo”. Renzi ha quindi sottolineato: Mi sono dimesso, sul serio. Non per finta. Lo avevo detto, l’ho fatto. In un Paese in cui le dimissioni si annunciano, io le ho date. Ho mantenuto l’impegno, come per gli 80 euro o per l’Imu”. Poi il rilancio: “Ai milioni di italiani che vogliono un futuro di idee e speranze per il nostro Paese dico che non ci stancheremo di riprovare e ripartire. Solo chi cambia aiuta un Paese bello e difficile come l’Italia. Noi siamo quelli che ci provano davvero – rivolgendosi ai suoi sostenitori -. Che quando perdono non danno la colpa agli altri. Che pensano che odiare sia meno utile di costruire. E che quando la sera rimboccano le coperte ai figli pensano che sì, ne valeva la pena. Sì, ne varrà la pena. Insieme”.
*Aggiornamento
Gentiloni ha svolto le consultazioni fra le forze politiche nella sala del Cavaliere a Montecitorio. La Lega ha rispedito l’invito al mittente (“Non riconosciamo alcuna legittimità a Gentiloni e al suo governo. Non abbiamo tempo da perdere in inutili consultazioni”, le parole del segretario Matteo Salvini), e anche il Movimento cinque stelle ha deciso di non partecipare all’incontro.