Città della Scienza distrutta | dalle fiamme nella notte - Live Sicilia

Città della Scienza distrutta | dalle fiamme nella notte

Un incendio di grandi dimensione ha distrutto le strutture della Città della Scienza a Napoli. Dalle prime ricostruzioni l'incendio dovrebbe essere scoppiato verso sera, ma ancora non si conoscono le cause. Le fiamme hanno distrutto quasi del tutto la città della Scienza.

NAPOLI – Un vasto incendio stanotte si è sviluppato tra gli edifici dei Città della Scienza a Napoli.  Il museo interattivo, “science center”, è andato quasi completamente distrutto. Si è salvato solo un padiglione, per il resto, rimangono in piedi solo le mura perimetrali. L’incendio non avrebbe fatto alcuna vittima: il lunedì, infatti, il polo è chiuso al pubblico. A tentare di domare la fiamme sono accorse immediatamente sul posto diverse squadre dei vigili del fuoco. Ancora del tutto sconosciuta l’origine del rogo. Intanto, quali che siano le cause, tecniche o dolose, la Procura della Repubblica di Napoli ha posto sotto sequestro la zona interessata.

I danni si prospettano ingenti. Nonostante il custode abbia dato immediatamente l’allarme non appena notata la colonna di fumo nera che avvolgeva lo “science center”, non c’è stato nulla da fare: le fiamme si sono sviluppate all’interno dei padiglioni rendendo l’incendio immediatamente indomabile. Il rogo si sarebbe sviluppato rapidamente, riducendo in cenere l’intero polo, complice i materiali altamente infiammabili, maggior parte legno, di cui erano composte le strutture e gli arredamenti dei padiglioni.  Secondo le dichiarazioni rilasciate ai media dai molti cittadini napoletani, l’incendio ha raggiunto rapidamente dimensioni tali che il fumo sarebbe stato visibile da diversi punti della città.

La città della scienza era uno dei fiori all’occhiello della città partenopea. Ogni anno convogliava più di 350.000 visitatori. Le vere vittime a questo punto restano gli oltre 160 dipendenti del polo scientifico, che in un attimo hanno visto, letteralmente, andare in fumo il loro lavoro. Lo stesso dicasi per tutti coloro che avevano un’attività collegata al museo.

 

 


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