CATANIA. Hanno deciso di fare scena muta e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Almeno quasi tutti. Si sono chiusi oggi gli interrogatori di garanzia davanti alla Giudice Giuliana Sammartino dei 19 indagati dell’inchiesta En Plein 2, che ha portato dietro le sbarre vertici e manovalanza del gruppo Morabito-Rapisarda di Paternò. Il prossimo step giuridico sarà il ricorso dei difensori al Tribunale del Riesame di Catania.
Un’inchiesta che si compone di un’imponente mole di intercettazioni che ha permesso di fotografare l’organigramma e gli affari criminali degli storici alleati paternesi del clan Laudani di Catania. Leggendo le 48 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla Gip si incontrano le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Orazio Farina (pentimento svelato da LiveSicilia). L’ex boss di Paternò ha già fatto la sua prima apparizione nel processo ordinario sull’omicidio di Turi Padedda (Salvatore Leanza, ndr) che vede tra gli imputati l’indagato chiave di questa retata appena eseguita, Salvatore Rapisarda. Il padrino che da dietro le sbarre, attraverso il fedelissimo Alessandro Farina, fratello del pentito, e i suoi parenti (moglie, suocero e nipote), avrebbe continuato a tenere le file della cosca. Clan che da alcuni anni vive un momento di tensione interna: in particolare tra i due gruppi Morabito e Rapisarda.
I NOMI DEGLI INDAGATI . Salvatore Morabito, Domenico Morabito, Biagio Sambataro, Salvatore Sambataro, Antonino Mazzaglia, Francesco Pappalardo, Giorgio Castorina, Emanuele Lucio Farina, Samuele Cannavò, Angioletto Farina, Giuseppe Arcidiacono, Antonino Barbagallo, Giuseppe Patanè, Salvatore Rapisarda, Alessandro Farina, Sebastiano Tocra, Vincenzo Vinciullo, Vanessa Mazzaglia e Vincenzo Marano.