Inferno Zen, quattro scarcerati| Il Gip convalida solo due arresti - Live Sicilia

Inferno Zen, quattro scarcerati| Il Gip convalida solo due arresti

Le accuse nei confronti di quattro dei sei arrestati dopo la spedizione punitiva ai danni di una testimone di giustizia sono state considerate poco consistenti. Divieto di avvicinamento alla donna per i familiari di un 64enne condannato per abusi su minore.

Via Rocky Marciano
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PALERMO – Due raid punitivi ed un bilancio pesantissimo: sei arresti e cinque denunce a piede libero allo Zen. Il risultato dell’intervento di sabato scorso da parte della polizia in via Rocky Marciano, cambia notevolmente dopo l’udienza di convalida, che vede scarcerare quattro delle persone finite in manette con le accuse di stalking, danneggiamento aggravato, violenza e minacce. Il Gip Fernando Sestito ha infatti convalidato soltanto due arresti, quelli della coppia che ha fatto irruzione nell’appartamento di una testimone di giustizia.

Quest’ultima, una donna che ha permesso l’arresto di un 64enne per violenza sessuale, veniva minacciata da tempo, perseguitata, intimidita. Un clima di vessazioni e pressioni psicologiche che aveva raggiunto il culmine proprio sabato scorso, quando allo scattare delle manette per Carmelo Savasta, condannato dopo un processo di nove anni per abusi su minore, era scoppiato il putiferio.

Figli e cognati del 64enne si erano nuovamente scagliati contro la testimone e contro una delle figle di Savasta che aveva, a sua volta, fornito importanti dettagli alle indagini. Ore d’inferno, durante le quali la testimone si è rifugiata in commissariato temendo ritorsioni che si sono puntualmente verificate. Per le due persone che hanno occupato la sua casa, apparentemente degli sconosciuti, è così stato convalidato l’arresto, mentre per le altre quattro il Gip ha disposto solo il divieto di avvicinamento alla donna.

Le accuse nei loro confronti sono infatti state considerate poco consistenti, nonostante abbiano messo in scena, tramite la coppia, l’occupazione dell’appartamento. D’altronde i parenti di Savasta avevano già avvisato la donna:“Se non ritiri la denuncia, dallo Zen ve ne potete andare, perché vi occuperemo la casa e vi renderemo la vita impossibile”. La minaccia risale soltanto ad alcuni mesi fa, quando il processo stava per volgere al temrine e la condanna definitiva era ormai dietro l’angolo per il 64enne.

E a subire un’altra spedizione punitiva, quello stesso giorno, è stata un’altra Savasta. Giuseppa, madre di una ragazza di 21 anni e moglie di Paolo Romito, musicista 49enne, è finita nel mirino insieme alla sua famiglia. Due uomini hanno bussato alla loro porta, in serata, e fatto fuoco col chiaro intento di ferirli alle gambe. Una vicenda dai controni ancora poco chiari, ma che ha avuto il chiaro intento di farla pagare a padre, madre e figlia che abitano in via Costante Girardengo.

Ma il perché resta ancora un mistero. Potrebbe trattarsi di una vendetta trasversale nei confronti della donna e in questo caso, quanto successo in via Rocky Marciano sarebbe collegato alla gambizzazione. I carabinieri che stanno indagando sulla vicenda non escludono motivi più futili, a partire da una lite con il vicinato sfociata nel sangue. Gli inquirenti sono così alla ricerca di un legame che vada oltre a quello della parentela tra i due fatti, racchiusi in due fascicoli che sono stati riassegnati al sostituto procuratore Alessia Sinatra.


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