CATANIA. In prossimità delle imminenti elezioni politiche che si terranno il 24 e il 25 febbraio 2013, il Codacons ha inviato una formale diffida alle Corti d’Appello, agli uffici elettorali nonché al Ministero dell’Interno, affinché verifichino il regolare svolgimento della presentazione delle liste dei candidati, e le modalità di presentazione dei simboli di tali liste. “Nei giorni scorsi le forze politiche sono state impegnate nella febbrile raccolta di sottoscrizioni – affermano i responsabili del Codacons – in seguito a diverse segnalazioni che ci sono giunte, riteniamo necessario vengano compiuti tutti gli accertamenti volti a verificare che le firme degli elettori siano autenticate da un pubblico ufficiale, il quale ha il dovere di accertare l’identità della persona che sottoscrive, controllando che sia indicato il contrassegno concernente la lista che si intende firmare. Non è possibile, infatti, raccogliere firme “in bianco” e non riconducibili ad un preciso simbolo o ad una lista di candidati”.
“Secondo la legge elettorale –proseguono dal Codacons – non è ammessa la presentazione di contrassegni identici o confondibili con quelli presentati in precedenza, ovvero con quelli riproducenti simboli, elementi e diciture, o solo alcuni di essi, usati tradizionalmente da altri partiti. Inoltre, ricordiamo che le sottoscrizioni, con le relative autenticazioni, sono nulle se risultano anteriori al 180º giorno precedente il termine finale fissato per la presentazione delle candidature. Per il corretto e trasparente svolgimento delle raccolte firme, a garanzia della legalità delle imminenti elezioni politiche, il Codacons diffida dunque le Corti di Appello, gli Uffici elettorali e il Ministero dell’Interno, affinché provvedano all’immediata verifica dei requisiti sopra elencati, provvedendo – si legge nella diffida – “alla conseguente ed immediata esclusione di simboli e/o liste presentate-depositate in modo irregolare e/o illecito, al fine di non pregiudicare l’iter che porterà alla proclamazione degli eletti con successiva richiesta di annullamento dinanzi alla giustizia”.