PALERMO – “Non possiamo in questo contesto non vedere come l’accordo politico tra il Pd e Alfano sostituisca al modello Palermo – fondato sulla centralità di un civismo politico, democratico e di cambiamento radicale – una alchimia politica siciliana che ripropone ancora una volta il sistema di potere che ha caratterizzato l’esperienza del governo Crocetta”. Lo dicono gli esponenti di Mdp e Sinistra italiana, Angelo Capodicasa, Mariella Maggio, Pippo Zappulla, Luca Casarini e Bianca Guzzetta. Per Mdp e Sinistra italiana “solo una rottura radicale con questo schema, come avvenuto a Palermo con la rielezione di Leoluca Orlando, con un candidato presidente fuori dagli schemi tradizionali e con un programma radicale di discontinuità, può aprire la possibilità concreta di restituire la speranza ai siciliani e alle siciliane di poter cambiare in meglio le proprie vite”.
Per questo Mdp e Si chiedono con forza “che ritorni il protagonismo del civismo democratico, che tutte le soggettività sociali, civili e politiche che hanno a cuore il cambiamento e il rilancio dell’isola convergano su un progetto e una proposta autorevole e discontinua per le elezioni regionali di novembre”. “La Sicilia e i siciliani chiedono risposte alla politica – aggiungono – La situazione di crisi ordinaria e perenne in cui versa la Sicilia è tale da richiedere alla politica di tornare a recuperare un ruolo credibile”. Per questo, sostengono, “non è più tollerabile che nel silenzio generale, l’unica eco di fondo – quasi un rumore- sia solo il chiacchiericcio politicista dei tavoli romani”. “I siciliani non sono certamente interessati a scelte bieche di mero posizionamento aldilà o al di qua di un presunto centro, non sono interessati al mercato delle poltrone e agli accordi sottobanco funzionali alla salvaguardia di un ceto politico sempre più lontano dalla realtà – continuano – incapace non solo di dare risposte, ma di interpretare la drammaticità e la potenzialità dei variegati mondi di cui si compone la nostra straordinaria isola. Interi territori e comunità lasciati in stato di abbandono, le cui proposte e proteste rimangono inascoltate”. “È il tempo di ritornare alla parola pubblica, alla politica capace di organizzare discorsi e ricucire i fili delle istanze, dei bisogni, delle proposte che le comunità, i territori, le persone in Sicilia esprimono – concludono – in rottura con le politiche clientelari e ottuse che da 15 anni a questa parte hanno perpetrato i governi che si sono succeduti”. Sulle Regionali interviene anche Nico Stumpo (Mdp): “La coalizione in Sicilia deve essere improntata alla discontinuità e legata al modello Palermo”, afferma. Modello Palermo, spiega, vuol dire una coalizione improntata al “civismo con una candidatura capace di rappresentare le istanze necessarie per governare nell’interesse della Sicilia e dei siciliani”.
E intanto Marco Forzese, capogruppo dei Centristi per la Sicilia all’Ars, stringe sempre di più l’alleanza col Pd: “Il mantenimento della nostra alleanza con il Pd in Sicilia è nei fatti. Le parole di Pierferdinando Casini sono state fin troppo chiare – afferma – . Rimaniamo come Centristi nell’area del centrosinistra senza tentennamenti. Riteniamo strategico il rapporto con il Pd, anche in un quadro nazionale, e lavoriamo per assicurare governabilità alla Sicilia. Attendiamo ora le determinazioni degli alleati affinché si possa arrivare presto alle definizione della coalizione ed alla scelta del candidato alla Presidenza della regione. Noi siamo pronti con il nostro entusiasmo sapendo bene che abbiamo già scelto la via della discontinuità con l’attuale governo regionale”. “Il Pd ora comprenda che da questa nostra premessa – osserva – ci sono tutte le condizioni per chiudere un accordo forte in grado di farci vincere contro i populismi e le riedizioni di coalizioni che rappresentano solo un salto all’indietro”.