"Io, invalida, preda dei topi" - Live Sicilia

“Io, invalida, preda dei topi”

Vittoria. Storie di abbandono
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24 novembre 2002. E’ una data scritta con una penna rossa sulla porta d’ingresso di una piccola casa. Una data che segna l’inizio di un lungo calvario che si protrae fino ai giorni nostri. Per Maria Furnaro, una povera venditrice ambulante di 50 anni originaria di Ragusa ma che vive a Vittoria, la situazione è tragica e potrebbe essere una nuova Favara.

La donna, con oltre il 70% d’invalidità, si arrangia con piccoli lavoretti, vendendo vestiti o facendo la stagionale nei campi. Ma dal 2002 conduce, tenacemente, una lunga battaglia contro il Comune che prima le ha concesso un’abitazione nel centro storico e adesso, dopo le resistenze della signora ad abbandonare l’abitazione, ha emesso uno sfratto. “Sono quasi tre anni che ho i pacchi pronti per il trasloco – ci dice la signora Furnaro – per fare in modo che possano aggiustare la casa. Ma mi dovrebbero dare in cambio un’altra sistemazione o un camper, invece mi hanno detto che l’unico posto disponibile era in una casa di riposo e io non ci voglio andare, preferisco dormire sulla mia motoape”.

L’abitazione è in condizioni fatiscenti, al limite della vivibilità. Tra i pacchi pronti e accatastati della signora Furnaro si aggirano topi e ratti provenienti da una casa abbandonata a fianco. Topi talmente voraci che hanno rosicchiato le porte e i mobili e che di notte girano per casa. “Una sera mi sono ritrovata un topo addosso – spiega la donna – e meno male uno dei miei cani l’ha preso, altrimenti sarei morta di paura”.

L’umidità ha lasciato ampie macchie sugli intonaci vecchi e scrostati. La fede, spesso unico appiglio per chi vive in simili condizioni, fa vedere alla signora il volto di Padre Pio in una di quelle larghe chiazze d’umido. Salendo una rampa di scale si arriva al primo piano della piccola casa e la visione che si presenta al cronista è devastante: il tetto è completamente sfondato e pericolante. A terra solo macerie e trappole per topi, mentre sul terrazzino è meglio non andare. La signora ci dice che “trema”.

In questo ghetto di povertà al centro della città non ci si può fare nemmeno una doccia: manca l’acqua anche se alla signora arrivano regolarmente le bollette da pagare. L’inverno è ancora peggio dell’estate con infiltrazioni d’acqua ovunque e un freddo che fa gelare. Sostanzialmente la signora occupa l’immobile da abusiva. Rifiuta le proposte del Comune perché considerate poco idonee alla sua situazione e chiede solamente un’alternativa temporanea ma dignitosa. Nel 2006 ha protestato in maniera vibrante: con le sue bancarelle ha bloccato l’accesso alla via chiedendo al Comune una nuova soluzione diversa dallo sfratto. Perchè prima l’immobile era affittato dal Comune, mentre adesso è di sua proprietà. Nel 2004 la signora fu anche investita e per alcuni mesi fu costretta a spostarsi con la sedia a rotelle e gli scalini all’ingresso della casa non sono idonei alla sua condizione.

Nel periodo elettorale (a Vittoria si è votato per le amministrative a giugno) tutti venivano a farmi promesse e a chiedermi il voto – dice sconsolata Maria Furnaro – poi dopo non ho sentito nessuno”. Solo un comitato cittadino (il San Giovanni )e la bontà delle sorelle di Madre Teresa hanno dato voce e aiuto a una condizione umana di estremo bisogno. Una condizione che nella frenesia delle vacanze estive, del Ferragosto imminente passa inesorabilmente in secondo piano.

Andrea Sessa


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