MESSINA – “Sono stato massone e sono riuscito a fare il sovrintendente al teatro Vittorio Emanuele di Messina grazie al mio padrino politico, che si chiama Antonio Martino e che però non ha mai interferito nel mio lavoro”. Lo ha affermato con nestremo candore Paolo Magaudda, da 12 anni funzionario del teatro Vittorio Emanuele e che il 31 dicembre 2013 dovrà lasciare definitivamente l’ufficio, a tre ragazzi del teatro in Fiera, solidali con i precari del “Vittorio” in presidio da ieri per le note carenze economiche e strutturali del teatro messinese. La dichiarazione di Magaudda, perchè la prima venuta da un personaggio ancora ” in carica”, stupisce davvero. Che Messina sia città massone, infatti, lo dissero altri prima di lui ( Monsignor La Piana, il manager del policlinico, Pecoraro) e prima ancora, circa venti anni fa, un settimanale cittadino, L’Isola, ebbe l’ardire di pubblicare la lista completa di tutti gli iscritti messinesi alla Loggia. Una operazione della squadra mobile, poi, 5 anni fa, portò alla luce giochi di potere, influenze massoniche, su un territorio come Barcellona, già minato dalla gestione criminale.
A destare sorpresa è quella serenità di affermazione mostrata dall’ultradecennale sovrintendente del teatro cittadino. “Martino? Non mi ha mai fatto una telefonata, in 12 anni, su come andavano le cose al teatro”.