L’onorevole Ismaele La Vardera (‘Isma’, lo chiamano tanti) ha già suddiviso le platee in simpatizzanti e antipatizzanti, perché non è fatto per le mezze misure né per le maniche corte.
Chi sta osservando le sue Crociate Balneari o lo adora o lo critica. Da qui la polarizzazione dei giudizi – “rivoluzionario”, “populista” – da mettere in conto, quando si punta al cuore del pubblico.
Lui, lavarderaniamente, se ne impipa degli strali e rilancia. Adesso, punta Capo Gallo: “La Regione espropri quel pezzo di terra, l’accesso deve essere gratuito. Mondello ora sarà sporca? A lavoro per un Disegno di legge sul Daspo balneare. Le nostre coste devono essere liberi e fruibili a tutti, i cittadini sono stanchi di dover pagare per cose che dovrebbero essere libere”.
Il merito? Si può sempre discutere, per ogni cosa, nel merito, appunto. Il luogo espositivo per eccellenza è sempre la diretta social, non particolarmente adatta alla riflessione pacata. Basta l’enunciazione di un principio per scatenare reazioni.
A noi interessa il ‘fenomeno’. La nascita e la conferma, dopo anni, di un fatto sono innegabili. Lo abbiamo segnalato qui. In via di metafora La Vardera sta andando pacificamente all’assalto delle spiagge libere della politica – con paletta, secchiello e like -, cercando di buttare giù tornelli e staccionate dei lidi-partiti tradizionali.
L’alchimia non è nuova, però funziona: occupare le questioni irrisolte o di frontiera e trasformarle in una bandiera. Populista? Rivoluzionario? Ogni effetto ha una causa. Prima sarebbe meglio chiedere alla politica come mai certe spiagge libere, cioè abbandonate, ricordino la vastità dei deserti.
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