LENTINI – Un terreno in cui erano disseminati 50 bossoli già esplosi di Kakashnikov. Come se, in quel campo, si fosse svolto un combattimento. Invece Contrada Gualdara di Lentini potrebbe essere stata trasformata in una sorta di centro di esercitazione per l’utilizzo del micidiale mitragliatore Ak 47. Un’arma capace anche di infrangere le vetrate blindate. Tutto fa pensare alla creazione di un poligono della malavita alle porte di Catania.
La polizia di Siracusa che ha lavorato per giorni con il georadar in quell’appezzamento di terreno riconducibile ad Alfio Amenta, finito in manette, per detenzione di armi non si ferma di certo con il sequestro dell’arsenale e della droga.
Da una parte il lavoro è quello di tracciare un profilo del ‘custode’ dell’arsenale, che nascondeva anche droga e diversi contanti. Gli inquirenti lo descrivono come un “soggetto gravitante negli ambienti della malavita con particolare predilezione per lo spaccio di sostanze stupefacenti nel comprensorio di Lentini e Carlentini”. Troppo poco per giustificare una riserva di fuoco così potente, in una zona storicamente collegata al clan Nardo di Lentini, alleati della famiglia catanese Santapaola-Ercolano. Parliamo insomma di Cosa nostra.
Se le indagini dovessero confermare qualche particolare relazione con la criminalità organizzata locale, il ritrovamento delle carte di identità in bianco del Comune di Lentini diventa ancora più inquietante e pericoloso.
Droga e armi vanno di pari passo. È un aspetto comune che in ogni sequestro di arsenali, nello stesso nascondiglio si ritrovi anche dello stupefacente. Qui la polizia, con il supporto dei cani e della scientifica, hanno recuperato 300 grammi di cocaina purissima. I poliziotti, usando georadar e metal detector, hanno scandagliato l’immenso terreno e così hanno rinvenuto una pistola calibro 38 (rubata nel 2010 a Piazza Armerina) altra polvere bianca e 8.400 euro in contanti.
Inoltre, la polizia ha nelle mani un pizzino dove sono elencate diverse armi da guerra. Un altro indizio che dovrà essere oggetto di approfondimenti investigativi.
Intanto nei laboratori della Polizia di Stato si stanno svolgendo i test balistici sulle varie armi nascoste nel muretto in blocco di tufo. Gli esperti stanno esaminando una pistola semiautomatica marca Beretta calibro 7,65, un revolver calibro 22, p, un revolver North American calibro 22, una pistola mitragliatrice tipo Skorpio calibro 7,65 browing, due pistole semiautomatiche e quasi un migliaio di munizioni.
La polizia di Siracusa, insomma, ha avviato un’indagine serratissima per comprendere collegamenti e capire chi ha commissionato ad Amenta di trasformare il suo latifondo in una polveriera.