Il clan Cappello e la donna che custodiva i soldi della droga - Live Sicilia

Il clan Cappello e la donna che custodiva i soldi della droga

All'interno dell'organizzazione criminale tutti ricoprono ruoli ben precisi.
LE CARTE DELL'INCHIESTA
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CATANIA. C’è chi aiuta il compagno a rifornire i corrieri della droga. E c’è pure chi si occupa del confezionamento dello stupefacente, della custodia del denaro o della gestione stessa della cassa comune. Abili e arruolati senza distinzione di sesso, nel clan Cappello uomini e donne hanno ruoli ben precisi, perché il traffico di droga viene organizzato come una catena di montaggio dagli ingranaggi ben rodati. È quanto emerge dalle carte dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo, che ha portato all’operazione Kynara, su un traffico di droga proveniente dalla Calabria destinata alla distribuzione a Catania e in altre province dell’Isola, per mano del clan Cappello-Bonaccorsi.

Le indagini della Squadra Mobile di Catania, dirette dalla Dda, hanno consentito di svelare i diversi ruoli rivestiti dai vari appartenenti all’organizzazione. Gli investigatori, inoltre, sono riusciti a identificare colui, anzi colei, che aveva il compito di gestire il denaro della “cassa comune” alimentata dagli introiti del traffico di droga. Era proprio una donna, Crocifissa Maria Ravasco, 51 anni, descritta dalla Procura come “soggetto deputato alla gestione materiale del denaro della cassa comune (…) col compito di redistribuire gli utili tra i vari sodali, la quale in alcuni casi si occupava di consegnare ai “corrieri” provenienti dalla Calabria le somme di denaro a saldo delle varie partite di cocaina”.

La trentenne Maria Jessica Vinciguerra, dal canto suo, sarebbe stata incaricata del “confezionamento della sostanza stupefacente”, della “gestione materiale” e della “movimentazione del denaro della cassa comune”; al pari di Gaetana Ravasco e Ignazio Villari. Queste ovviamente sono alcune delle ipotesi di reato, tutte da dimostrare, come del resto vale pure per tutti gli altri indagati. Un’altra donna, Aurora Finocchiaro, assieme al compagno Giacomo Ravasco, sarebbe stata deputata all’approvvigionamento e al rifornimento della droga trasportata dai corrieri della droga, provenienti dalla Calabria, oltre che allo stoccaggio, al confezionamento, al trasporto e alla distribuzione agli acquirenti, da cui i due avrebbero riscosso le somme di denaro a saldo delle varie partite di cocaina. Giacomo Ravasco, indagato a sua volta, è già in carcere.


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