PALERMO – “Devi fare altri nomi, devi essere il nuovo Buscetta”, così l’ex questore Arnaldo La Barbera avrebbe persuaso Vincenzo Scarantino a depistare le indagini sulla strage costata la vita al giudice Paolo Borsellino. Lo ha raccontato lo stesso Scarantino che viene sentito davanti alla, corte d’assise di Caltanissetta che celebra il quarto processo per l’attentato. Scarantino, dopo varie ritrattazioni, ha sostenuto di essere stato imbeccato da La Barbera e dal funzionario di polizia Mario Bo perché tirasse nell’inchiesta alcune persone del quartiere Guadagna. Sulla base delle dichiarazioni del falso pentito sono stati condannati all’ergastolo otto innocenti. “Io piangevo – ha raccontato Scarantino che risponde di calunnia – e loro mi dicevano: ‘anche se non hanno fatto questo avranno fatto altro'”. Il falso pentito ha anche raccontato di abusi subiti nel carcere di Pianosa. “Orinavano nel mio cibo – ha detto – mi mettevano vermi da pesca nella minestra”. Pressioni psicologiche finalizzate, secondo l’imputato, a farlo parlare.
(ANSA)