Yasmine, salvata a 11 anni nel mare di Lampedusa: giallo sul naufragio

La bimba di 11 anni salvata a Lampedusa, giallo sul naufragio

Il racconto della piccola in stato di choc non compatibile con le sue condizioni fisiche

LAMPEDUSA – I racconti fatti da Yasmine, la bimba di 11 anni, salvata a largo di Lampedusa dall’equipaggio del Trotamar III della ong CompassCollective, sembrano non tornare con i dati oggettivi derivanti dal referto medico stilato dai sanitari del poliambulatorio. Yasmine non è risultata essere in stato di ipotermia e dopo qualche ora ha lasciato il Pte ed è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola.

“La bambina non era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un po’ disidratata. Dopo 4 ore circa ha lasciato l’ospedale”, ha spiegato il dirigente medico Francesco D’Arca. Se le sue condizioni fossero state più gravi e fosse stata in stato d’ipotermia, dopo due o tre giorni in mare su due camere d’aria, sarebbe stata trasferita subito con l’elisoccorso in un ospedale di Palermo.

L’acqua del Mediterraneo al momento ha una temperatura che arriva al massimo a 18 gradi. Secondo alcuni medici la bambina non poteva sopravvivere più di 15 ore. Da tenere presente – fa notare un investigatore a Lampedusa – che il mare era in tempesta con onde alte anche più di tre metri. Yasmine era sotto choc e i medici parlano di “confusione temporale”: potrebbe non essersi resa conto del reale tempo trascorso in acqua e il passare delle ore potrebbe esserle sembrato un’eternità.

La procura di Agrigento – che per le indagini si sta avvalendo della guardia costiera e della squadra mobile agrigentina, vuole fare chiarezza sul naufragio della barca con 45 persone, tra cui Yasmine, come ha raccontato l’equipaggio della barca a vela dopo aver parlato con la bambina. L’inchiesta dovrà basarsi anche sugli esiti dei monitoraggi fatti dalle motovedette di guardia costiera e guardia di finanza nell’area dove sarebbe avvenuto il naufragio del barchino partito da Sfax.

Non sarebbero saltate fuori, fino al calar del sole di ieri, tracce o indizi (scarpe, vestiti, bidoni di gasolio) di tragedie del mare. Intanto le ricerche proseguono.

La guardia costiera ha interrogato l’equipaggio della Ong

“Avevamo programmato di ripartire ieri sera per la zona Sar, perché ci era stato dato il permesso di farlo. Poi avevamo rimandato la partenza alle prime ore di oggi. Stamattina, invece, ci è arrivata una convocazione, da parte della Guardia costiera. Il nostro skipper è andato ed è stato sentito. La guardia costiera adesso sta sentendo gli attivisti, che insieme a lui, a bordo dell’imbarcazione, hanno udito la voce della bambina in mare” dice all’ANSA la Ong Compasscollective -“, riferendosi al salvataggio di ieri della undicenne da parte della barca a vela Trotamar III e poi condotta a Lampedusa”.

Il veliero si trova fermo a Lampedusa ed “è pronto per la partenza”, specifica la Ong tedesca che al termine dell’interrogatorio ha fatto sapoere che gli investigatori “hanno voluto la descrizione di come abbiamo trovato la bambina e del momento del salvataggio. Abbiamo spiegato loro ciò che ribadiamo da ieri”.

Il caso sbarca in Parlamento, Boccia (Pd): il governo chiarisca

Il capogruppo del Pd Francesco Boccia ha preso la parola in apertura di seduta nell’Aula di Palazzo Madama per chiedere che il governo venga a riferire al Senato sul caso di Yasmine “che è l’immagine della nostra vergogna”, la “bambina unica sopravvissuta di una strage in mare”.

“Yasmine è una bambina di 11 anni che viene dalla Sierra Leone, un paese tutto tranne che sicuro. E stava arrivando con altri 44 esseri umani”, ricorda Boccia che invita a difendere quell’umanità che dovrebbe essere uno dei valori fondanti “di ogni Paese civile”.

“Dovremmo ringraziare quei volontari che considerano mai giusto non tendere una mano alle persone che hanno bisogno di aiuto”, prosegue Boccia che parla di “una rete di solidarietà che si sta smembrando a colpi di decreti ingiusti e disumani”.

Il senatore Dem chiede quindi al governo “come mai ci sia stata una strage in mare così, a soli 10 miglia dalla costa di Lampedusa” e “come mai la Guardia Costiera non ne sapesse nulla e non sia intervenuta per salvare” Yasmine e le altre 44 persone.

Sea Watch: “Solo silenzio dal governo”

Sulla vicenda arriva il commento della Ong Sea Watch, che scrive in un comunicato: “Muoiono più di 40 persone a poche chilometri dalle nostre coste e si salva solo una bambina di 11 anni, grazie al provvidenziale intervento dell’Ong CompassCollective. Una storia dall’enorme portata simbolica che ha scosso profondamente le coscienze di molti”.

“Dal Governo italiano – prosegue la nota – solo il silenzio, nemmeno una parola, un commento, un abbraccio, anche solo simbolico, alla sopravvissuta. Per la politica tutta, anche le più alte cariche dello stato, sembra che l’ennesima strage sia un fatto come un altro, una cosa che capita”.


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