La cassa integrazione alla Gesip? |Inutile, senza un piano per il futuro - Live Sicilia

La cassa integrazione alla Gesip? |Inutile, senza un piano per il futuro

Inizia con questo articolo la collaborazione fra la Luiss e LiveSicilia.it. Ospitiamo il parere di Diego Piacentino, professore di Economia e Finanza pubblica presso il Dipartimento di Impresa e Management, sulla Gesip: "La società consortile? Non serve senza un piano di riduzione del personale. E se davvero i servizi sono essenziali, come farà Palermo durante i mesi di cassa integrazione?"

Il parere della Luiss
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4 min di lettura

PALERMO – La condizione di crisi della Gesip è stata determinata dalle estreme ristrettezze finanziarie del comune di Palermo, che già dallo scorso anno si è venuto a trovare in difficoltà nel procedere al pagamento dei servizi (principalmente ambientali) prodotti su commessa dalla società. Se l’attività della società è potuta proseguire fino al 31 agosto scorso, è perché sono intervenuti successivi contributi erogati dall’amministrazione centrale (sempre con finanziamento a carico della quota di pertinenza della regione Sicilia delle risorse ex PAR-FAS 2007-2013, 5 mln, in forma di prestito, nel giugno 2011, 45 mln nell’agosto 2011 e 10 mln nel maggio 2012 – questi ultimi, per altro, non resi disponibili tempestivamente, e anticipati dal comune). Il 31 agosto, esaurite le risorse finanziarie, la società ha cessato l’attività, e i 1.800 dipendenti sono stati sospesi.
La soluzione della crisi della Gesip, secondo i propositi espressi dal sindaco di Palermo in varie occasioni, dovrebbe chiamare in causa tre ordini di interventi da attuarsi in tempi diversi: nell’immediato, vi dovrebbe essere l’attivazione, in favore dei dipendenti della società, per il periodo da settembre a dicembre, della Cig in deroga a zero ore; entro il 31 dicembre di quest’anno, dovrebbero esservi la costituzione di una società consortile (con capitale suddiviso tra il comune, per il 51%, e le aziende da esso partecipate, per il restante 49%), e a partire dal 1° gennaio l’assorbimento da parte di questa dei dipendenti della Gesip; infine, in un arco di tempo quinquennale, vi dovrebbero essere lo svolgimento di attività di formazione e riqualificazione in favore dei dipendenti della nuova società e, in virtù di pensionamenti, prepensionamenti incentivati e blocco del turnover, una progressiva riduzione del numero dei dipendenti del comune e delle partecipate. Il primo intervento assicurerebbe ai dipendenti continuità di redditi, ancorché ridotti; il secondo permetterebbe la riattivazione dei servizi che erano prodotti dalla Gesip fino alla cessazione dell’attività; il terzo, migliorando la qualità e riducendo il volume del personale, porterebbe vantaggi di flessibilità organizzativa e risparmio di risorse (quest’ultimo, nei propositi, di ammontare sufficiente a ristabilire la piena capacità di finanziamento da parte del comune dei servizi già prodotti dalla Gesip).
Di questi interventi, il primo è adesso oggetto di trattative tra amministrazione comunale e amministrazione centrale, e in queste trattative emergono parecchie difficoltà; ma sono difficoltà riguardanti il reperimento del finanziamento necessario e il soddisfacimento di talune precondizioni (in ordine alla spesa di residue disponibilità e al cofinanziamento dell’intervento da parte della regione Sicilia) che non sembrano insuperabili. Sarebbe, del resto, difficile obiettare a questo intervento sul piano della sostanza: c’è un problema drammatico di ordine pubblico e sociale che il comune di Palermo non è in grado di fronteggiare con immediatezza; il ricorso allo strumento della Cig fa guadagnare tempo e allo stesso tempo segnala una forte discontinuità nell’orientamento di policy, talché vengono sottolineati i caratteri di emergenza e non ripetibilità dell’intervento.
Gli altri due interventi, tuttavia, almeno allo stato, sembrano di molto dubitabile validità, per la loro vaghezza, diluizione temporale, e, forse soprattutto, mancanza di attenzione per l’effettiva utilità ed economicità dei servizi ex Gesip. Non ci sono piani di riduzione del personale con la precisazione di valori, tempi, e distribuzione tra gli uffici del comune e le aziende partecipate, né ci sono indicazioni circa le riorganizzazioni che l’attuazione di quei piani richiederà; l’ipotesi di attuazione di questi piani nell’arco di un quinquennio comporta che gli effetti di risparmio di spesa potranno farsi sentire soltanto lentamente, e così quelli di sollievo dalla necessità di reperire risorse finanziarie addizionali; infine, non c’è considerazione di ipotesi di revisione e ristrutturazione dei servizi ex Gesip sulla base di valutazioni del value for money da essi fornito (c’è in proposito almeno un’indicazione abbastanza allarmante: se quei servizi sono di importanza fondamentale per la tutela della salute e dell’ambiente, come spesso è stato affermato, anche nei provvedimenti che hanno attivato i contributi ricordati più sopra, come si può pensare di farne a meno per i quattro mesi di durata della Cig?)
Si pone, in sostanza, un duplice problema, in parte di credibilità dei propositi, e in parte di traduzione dei propositi in impegni effettivi – e per di più un problema che non può non leggersi in relazione ai precedenti di gestione molto discutibile della Gesip, a riprova dei quali possono portarsi non solo tante notizie giornalistiche, ma anche gli stessi verbali delle assemblee della Gesip, che documentano una lunga sequenza di assemblee andate deserte, decisioni non prese, e, da ultimo, anche bilanci non approvati.
Dunque, da questo punto di vista, sembra richiedersi da parte dell’amministrazione comunale di Palermo, in tempi molto brevi, uno sforzo e di concretezza e incisività, a partire da una disamina comprensiva delle alternative accessibili (non limitata, tra l’altro, pregiudizialmente, alla considerazione di operazioni di riorganizzazione interna dei servizi, ma estesa anche alla considerazione della possibilità di privatizzazione di taluni o di molti di essi). Parallelamente, potrà rendersi necessario anche un rafforzamento delle capacità di programmazione, attivazione, gestione e controllo ex post delle operazioni messe in essere.


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