La Chinnici e il giustizialismo formale che non rende giustizia - Live Sicilia

La Chinnici e il giustizialismo formale che non rende giustizia

Valentina Scialfa, Angelo Villari e Luigi Bosco sono persone perbene. Il veto della Chinnici è inaccettabile in uno stato di diritto
VERSO LE REGIONALI
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PALERMO – Corsi e ricorsi storici, il giustizialismo a corrente alternata di Caterina Chinnici, candidata presidente per il Pd, impedisce – oggi – a imputati per qualunque reato di candidarsi, quando la stessa permaneva, come assessore, nella giunta guidata da Raffaele Lombardo sotto richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno alla mafia (poi assolto 10 anni dopo). REGIONALI – LEGGI LE ULTIME NOTIZIE

Il giustizialismo formale di Caterina Chinnici di sicuro non rende giustizia. Se avesse applicato un criterio simile (e condivisibile) a quello che ha imposto al Pd come condizione per la sua candidatura, anziché fuggire dalle domande dei giornalisti, facendo scena muta (LEGGI “buona Pasqua” di Caterina Chinnici) quando nel 2012 Lombardo elencava i suoi contatti “politici” con determinati soggetti, sarebbe dovuta scappare da quella giunta. E invece, ci sono voluti 10 anni, potrebbe aver fatto bene a restare lì dov’era, perché se c’è un insegnamento che arriva dal processo a Lombardo, è che bisogna attendere le sentenze, nonostante esista, in Sicilia, una zona grigia che, difficilmente, con gli strumenti legislativi a disposizione, riesce a essere perseguita.

Ma le sentenze le scrivono i giudici, Raffaele Lombardo è stato assolto e la Chinnici si risveglia intransigente nel vietare la presenza di “imputati” (TUTTI I NOMI) nelle liste del Pd. Benissimo, è una posizione condivisibile, ma solo formalmente. Perché in ballo ci sono tre candidati che – è vero – sono imputati, ma non per contatti con la mafia o gravi reati contro la pubblica amministrazione. Sono tre ex assessori di Enzo Bianco, finiti nel processo per il buco di bilancio. Nessuno di loro si è messo in tasca soldi. Avrebbero “falsificato” e detto così non sembra riduttivo, il bilancio. Ma come? Col ruolo di indirizzo che hanno gli assessori rispetto agli atti amministrativi? Con la consapevolezza che gli atti predisposti dai dirigenti fossero “falsi”? Questo lo sta accertando la magistratura in un processo che nasce, come prevede l’essenza del diritto, anche e soprattutto a tutela della persona nei cui confronti si procede. La verità e le prove si formano in giudizio. E il “giudizio” anticipato della Chinnici, non è accettabile. Soprattutto per il caso specifico. Valentina Scialfa, imprenditrice specchiata ed ex assessora di Bianco, Angelo Villari, esponente storico della Cgil e del Pd, in prima linea in mille battaglie e Luigi Bosco, il migliore ingegnere strutturista d’Europa, non passeranno mai per “delinquenti” perché imputati in un processo sul bilancio di Catania. Potranno, tra qualche anno, anche essere condannati, ma adesso, alla vigilia delle regionali e politiche, il Pd può solo essere onorato della loro presenza. E, consentitemi, lo è anche chiunque li conosca. REGIONALI – LEGGI LE ULTIME NOTIZIE


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