La condanna dell'onorevole Catalano - Live Sicilia

La condanna dell’onorevole Catalano

Il deputato salvato dall'Ars
di
2 min di lettura

L’Ars lo ha salvato con una decisione che, ai più, ha fatto venire il voltastomaco. Non certo a molti colleghi di Santino Catalano che in aula hanno festeggiato il deputato. Baci e abbracci, inclusi. La politica ha fatto carta straccia delle sentenze pronunciata il nome del popolo italiano. Il 17 giugno la prima sezione del Tribunale civile, presieduta da Francesco Caccamo, lo ha dichiarato ineleggibile. Al suo posto sarebbe dovuto entrare Marcello Bartolotta. Niente di tutto questo è avvenuto. L’onorevole del Pid resta al suo posto.

Inelleggibile Catalano lo era per via di una condanna patteggiata un decennio fa. Torniamo indietro nel tempo. Il 30 aprile 2001 Santo Salvatore Maria Catalano, nato a Favignana e residente a Milazzo, si presenta davanti alla Corte d’appello di Messina, presieduta da Antonino Bambara. Chiede e ottiene di patteggiare la pena. Un anno e undici mesi con la sospensione condizionale. L’accusa è abusivismo edilizio e abuso d’ufficio in concorso con un assessore e un vigile urbano del Comune di Milazzo. Gli era andata peggio due anni prima in Tribunale. In primo grado l’onorevole era stato condannato a tre anni e sei mesi e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

La vicenda ruota attorno ad un fabbricato di due piani che Catalano ha costruito in località Capo, una zona sottoposta a vincolo ambientale. L’edificio non sfugge all’occhio vigile dei volontari del Wwf che segnalano l’abuso ai vigili urbani. Ed è ora che avviene il falso. Secondo l’accusa, l’assessore all’Urbanistica di allora, Giuseppe Imbesi, il vigile Giuseppe Di Salvo, e Catalano, all’epoca consigliere comunale, si sono messi d’accordo per evitare il peggio. Sul tavolo del comando della polizia municipale giunge un esposto anonimo che denuncia la presenza di abusi edilizi in un’altra zona di Milazzo. All’accertamento viene data priorità assoluta con uno stratagemma. I tre fanno risultare che l’anonimo è giunto prima della lettera del Wwf. Risultato: la pattuglia dei vigili si reca sul posto, scopre che di abusivismo non c’è traccia e rinvia all’indomani il sopralluogo nel fabbricato di Catalano. Che alle luci del nuovo giorno è già bello e ultimato. Per usare la terminologia tecnica: “Il fabbricato diventa suscettibile di sanatoria tramite l’attestazione di ultima strutture essenziali entro il termine del condono edilizio”. Dalle testimonianze di alcuni vigili salta fuori che lo stesso Catalano ha chiesto il rinvio strategico del sopralluogo. Il processo si conclude con il patteggiamento di Catalano, la condanna di Imbesi a un anno e quattro mesi e l’assoluzione di Di Salvo perché il fatto non sussiste. Tutto questo all’Assemblea regionale siciliana, però, interessava davvero poco.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI