La confessione e il pianto | "Ho ucciso per difendermi" - Live Sicilia

La confessione e il pianto | “Ho ucciso per difendermi”

Alessandra Ballarò e il luogo del delitto

L'interrogatorio della ventenne che ha ucciso un vicino di casa. Così è esplosa la violenza.

Palermo - l'omicidio dell'arenella
di
2 min di lettura

PALERMO – Piange davanti al giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia. I singhiozzi interrompono più volte il racconto di Alessandra Ballarò. La ventenne ammette, ancora una volta, le sue colpe. È vero, ha sparato e ucciso Leonardo Bua, nel tragico sabato di piazzetta Caruso, all’Arenella, ma lo ha fatto perché “temevo che ammazzasse, me, mia sorella e soprattutto mio padre, l’unica persona che mi è rimasta”. Chiaro il riferimento alla morte della madre avvenuta lo scorso gennaio.

Davanti al giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sala e in presenza del suo legale, l’avvocato Giuseppe Di Stefano, la giovane rea confessa non risponde alle domande, ma chiede di potere fare delle dichiarazioni spontanee. Le servono per ricostruire il clima di terrore che, a suo dire, sarebbe stata costretta a subire. Il primo episodio che racconta è del febbraio 2016. Qualcuno aveva forato le gomme e spaccato il vetro della sua macchina.

Chi è stato? I Ballarò hanno denunciato l’episodio ai carabinieri. Non avevano certezza, ma forte era il sospetto che fosse stato qualcuno dei Bua. I rapporti erano tesi da tempo, da quando non si era perfezionato il compromesso per la vendita ai Bua di un immobile della famiglia Ballarò. In ballo c’erano trenta mila euro. Il contenzioso è finito davanti al giudice civile.

Lo scorso maggio un nuovo inquietante episodio. Qualcuno sparò due fucilate contro la porta di casa dei Ballarò. Da qui la nuova denuncia e la decisione di proteggersi con una telecamera, la stessa che ha ripreso la scena dell’omicidio di sabato pomeriggio. Una telecamera e, soprattutto, una pistola, quella con cui Ballarò ha ucciso Leonardo Bua e ferito il fratello Giuseppe. Di recente sarebbe avvenuto anche il pestaggio subito, così racconta la ragazza, dal fratello sotto casa.

Nonostante tutti i precedenti, sabato pomeriggio, secondo la ventenne, il padre, ex operaio del Coime in pensione e in attesa di un trapianto di fegato, era sceso in strada per cercare di placare le tensioni una volta e per tutte. Ed invece i Bua si sarebbero presentati con le peggiori delle intenzioni. L’omicida sostiene che fossero armati con un bastone, addirittura chiodato. Urla, spintoni, una schiaffo al padre. Avrebbe temuto il peggio. E avrebbe deciso di premere il grilletto. La scena è stata ripresa dalle telecamere scovate dagli agenti della squadra mobile. Omicidio sì, dunque, si difende la ragazza, ma per legittima difesa. Resta da capire se sia andava veramente così o se si tratti di una strategia per ammorbidire la futura pena. Il pm Amelia Luise ha chiesto al convalida del fermo. Il gip si è preso 48 ore di tempo per decidere quale misura cautelare applicare.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI