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La corsa ai supplenti | I numeri della crisi

Alle porte il nuovo anno scolastico, ma anche vecchi problemi. L'Italia rischierebbe una procedura d'infrazione dall'Ue

Emergenza prof
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La prima campanella dell’anno scolastico porta con sé problemi vecchi: ancora una volta, migliaia di studenti italiani saranno testimoni dell’inevitabile ricorso ai supplenti. Una crisi, quella dovuta all’emergenza professori, che potrebbe coinvolgere anche l’Europa con l’avvio di una procedura di infrazione ai danni dell’Italia.

Il sistema di immissioni in ruolo degli insegnanti prevede che metà delle assunzioni stabili avvengano dalle graduatorie a esaurimento, e l’altra metà tramite concorsi. Si assiste, però, a una duplice criticità: per quanto riguarda i concorsi, si è verificato un blocco dal 1999 al 2012, a cui va sommato il mancato avvio delle selezioni annunciate dal ministro dell’Istruzione uscente, Marco Bussetti; sul fronte graduatorie, invece, alcune si sono del tutto esaurite. Non ha aiutato l’avvento di ‘Quota 100′ (formula che consente di ottenere la pensione anticipata con 62 anni d’età e 38 di contributi) che ha determinato il pensionamento di 33 mila prof. Già nel 2017 il Miur contava 22 mila posti scoperti per assenza di candidati, e i numeri restano attuali. L’ipotesi è che tra i 23 e i 25 mila posti restino vuoti per assenza di candidati.

I sindacati stimano che al termine delle assegnazioni provvisorie (trasferimenti per rimanere vicino casa) bisognerà ricorrere a un numero di supplenze tra 122 e 200 milaComplica il quadro la sospensione di un provvedimento a carico del primo governo Conte: un decreto legge approvato lo scorso 6 agosto prevedeva una sorta di doppia corsia preferenziale riservata ai precari di terza fascia con 36 mesi di servizio. Nonostante la caduta del governo, però, il provvedimento potrebbe vedere la luce: nel cambio di esecutivo, Lorenzo Fioramonti è stato promosso da viceministro a ministro dell’Istruzione e ha già promesso un intervento concreto entro il 2020.

Quest’anno la macchina delle supplenze si compone di un nuovo, rischioso ingranaggio. Molti laureati o disoccupati non abilitati sono in corsa per presentare le ‘Mad’ (domande di ‘Messa a disposizione’) così da farsi trovare pronti in caso di bisogno di insegnanti da parte dei presidi. Il documento che regolamenta la presentazione delle domande ricorda anche che il Decreto dignità ha abolito un importante divieto, cioè quello di assegnare supplenze su posti vacanti e disponibili a personale che abbia già svolto tre anni in classe. Interpellato da Il Sole 24 Ore, Sandro Mainardi, ordinario di diritto del Lavoro all’Università di Bologna, sostiene che questa mossa “contrasta sia con le recenti pronunce della Corte costituzionale e della Cassazione sia con il diritto e la giurisprudenza Ue”. Ciò potrebbe tradursi nella volontà, da parte di Bruxelles, di avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia.

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