Crocetta messo in mora | “Riscuota da Monterosso & C.” - Live Sicilia

Crocetta messo in mora | “Riscuota da Monterosso & C.”

Nella relazione che ha accompagnato l'apertura dell'anno giudiziario, durissime le parole del presidente della sezione giurisdizionale, Luciana Savagnone, sulla vicenda degli extrabudget nella Formazione per la quale sono stati condannati in primo grado anche il Segretario generale e l'ex governatore Lombardo: "Lascia perplessi la sottovalutazione della portata da parte di chi dovrebbe curarne l’esecuzione. Quella non è una multa".

La Corte dei conti
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PALERMO – Per Rosario Crocetta “a richiedere quei soldi indietro deve essere Anna Rosa Corsello”. Mentre la legge attribuirebbe quel ruolo all’attuale dirigente generale alla Formazione Gianni Silvia. “Di certo non spetta a me”, precisa il governatore. Il “cerino”, insomma, passa da una mano all’altro. Ma nessuno, finora, ha deciso di chiedere indietro all’attuale segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso, all’ex governatore Raffaele Lombardo, ai suoi ex assessori Lugi Gentile, Carmelo Incardona e Santi Formica e a qualche dirigente regionale, i soldi erogati illegittimamente sotto forma di “extrabudget” agli enti di formazione siciliani. Una vicenda su cui si è già espressa in primo grado la Procura della Corte dei conti, condannando quegli amministratori a risarcimenti, nel caso della Monterosso, persino a sei zeri: un milione di euro circa. La stessa sezione che oggi attacca proprio Crocetta, “colpevole” di aver sottovalutato quella sentenza e di non essersi adoperato per recuperare le somme.

Perché quei soldi, finora, non li ha chiesti indietro nessuno. Anzi, qualcuno sì. Ma non alle “persone” giuste. Per sanare il danno all’erario, infatti, l’ex dirigente generale Anna Rosa Corsello, seguendo anche il suggerimento di uno dei “diretti interessati” (la Monterosso, appunto), ha avviato il procedimento cosiddetto “di compensazione”. Ha, sostanzialmente (e su quel solco si è poi mosso l’attuale capodipartimento Gianni Silvia), congelato le somme successivamente erogate agli enti (in maniera legittima) fino all’ammontare dell’extrabudget erogato anni fa (in maniera, secondo la Corte dei conti, illegittima). Una procedura bocciata sonoramente da tutti gli organi di controllo che hanno incrociato questa vicenda: il Cga, la sezione di controllo della Corte dei conti e persino l’Ufficio antifrode dell’Unione europea.

Ma una stoccata durissima, sulla vicenda degli extrabudget è giunta proprio nei giorni scorsi. Tra le novanta pagine che compongono la relazione del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti, Luciana Savagnone (la stessa che il presidente Crocetta ha citato per ricordare quanto diffuso e pericoloso sia il fenomeno della corruzione e del malaffare in Sicilia), si trova un passaggio che suona come una “lavata di capo” proprio al governatore e all’amministrazione regionale.

La Savagnone fa esplicitamente riferimento alla sentenza che ha condannato in primo grado Monterosso, Lombardo e gli ex assessori. Con quella pronuncia, scrive il presidente della Corte dei conti, “il danno erariale è stato posto a carico degli amministratori regionali per avere concesso integrazioni finanziarie, concomitanti e successive, alla definizione dei progetti ammessi al Prof (Piano regionale dell’offerta formativa) 2007. La Sezione ha affermato il principio secondo cui la consistenza del finanziamento determinata nel Prof costituisce una soglia non superabile, indipendentemente dalla tipologia delle spese che, successivamente, l’ente di formazione si sarebbe trovato a dovere affrontare”. In pratica, prima dello spostamento della spesa della Formazione sul Fondo sociale europeo, voluto dall’ex assessore Mario Centorrino, la distribuzione dei contributi veniva compiuta attraverso il Prof, che gravava sul bilancio regionale: quel contributo, negli anni passati era stato integrato (ecco, appunto, gli extrabudget) sulla base di spese ulteriori, per gran parte relative a stipendi dei dipendenti, che gli enti denunciavano in un secondo momento.

“Questo giudice contabile – prosegue però nella sua relazione Luciana Savagnone – ha proceduto in base al principio espresso sul punto dalla Corte costituzionale, che, proprio nello scrutinare la legittimità costituzionale di norme regionali concernenti i rapporti tra Regione Siciliana ed enti di formazione, ha escluso la possibilità di un ribaltamento sull’Amministrazione del carico retributivo gravante sugli enti che si avvalgono del personale cui deve applicarsi il contratto collettivo, non potendo ritenersi la medesima Amministrazione gravata di obblighi assistenziali nei confronti degli operatori della formazione”. Per farla breve, se gli enti hanno speso di più rispetto a quanto previsto per garantire gli stipendi, non spetta alla Regione colmare quel gap. “Le integrazioni economiche più volte concesse agli enti di formazione nell’ambito del Prof 2007, – aggiunge la Savagnone – pari complessivamente quasi a 5 milioni di euro, sono, quindi, state qualificate danno erariale da risarcire in favore della Regione siciliana”.

Cinque milioni. A tanto ammonterebbe il danno per il 2007. Ma a quel punto, Luciana Savagnone sferra una critica pesantissima proprio nei confronti del governatore Crocetta: “Al di là dell’ingentissimo importo della condanna, – scrive infatti – avverso la quale, peraltro, è stato proposto ricorso in appello ancora da definire, lascia perplessi la sottovalutazione della sua portata proprio da parte di chi non solo dovrebbe curarne l’esecuzione, ma anche mettere ordine in un settore martoriato da scelte improvvide. L’affermazione – prosegue la Savagnone – resa agli organi di stampa, secondo cui ‘le sentenze della Corte dei conti hanno lo stesso valore di una sanzione amministrativa’, trascura di considerare che, chi emette sentenze e condanna, è un giudice e ciò fa solo dopo un’attenta valutazione dell’elemento soggettivo della responsabilità”.

Parole durissime. Che puntano il dito contro il vero responsabile, secondo i magistrati contabili, del mancato recupero delle somme. Un recupero già possibile adesso. Nonostante sia stato presentato ricorso e la prossima udienza sia già stata fissata per il 24 marzo prossimo. Ma a impressionare è il riferimento chiarissimo all’atteggiamento di Crocetta che, nel difendere strenuamente il proprio segretario generale, ha spesso “minimizzato” sulla portata di quella condanna. Persino a Sala d’Ercole, dove il governatore ha replicato a muso duro al Movimento cinque stelle che ha formalmente chiesto, pochi mesi fa, sulla scia di quella condanna, la rimozione del Segretario generale Patrizia Monterosso: “La Monterosso – ha detto Crocetta lo scorso 5 novembre – sta facendo un lavoro esemplare, di legalità e di trasparenza, facendo denunce che alcuni di voi non avrebbero il coraggio di fare, anche per le ripercussioni personali che avrebbero, e che non mi sembra che alcuni di voi, persino lontanamente, abbiano fatto. Poi, – ha aggiunto – se poniamo il problema della Corte dei Conti… stiamo parlando che, ad un certo punto, un’accusa amministrativa. Non pensate – ha aggiunto Crocetta rivolgendosi ai grillini – che prima o poi qualche fattura non ve la contestino”. Una “fattura” quella condanna, per il presidente della Regione. Una “lettura” un po’ diversa da quella compiuta dalla Corte dei conti. Luciana Savagnone infatti riprende un passaggio della sentenza di condanna, ricordando che: “le condotte del dirigente e del funzionario del servizio programmazione, la condotta del responsabile del Servizio Rendicontazione, le condotte dei dirigenti generali, degli assessori e del presidente pro tempore” rappresentano una “macroscopica manifestazione di disinteresse per l’oculata gestione delle risorse pubbliche”.


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