Sciolto per mafia | il Comune di Corleone - Live Sicilia

Sciolto per mafia | il Comune di Corleone

La decisione del Consiglio dei ministri su proposta del ministro Alfano.

Il provvedimento
di
5 min di lettura

CORLEONE (PALERMO)- Le sue ultime dichiarazioni pubbliche, seguite alla morte di uno dei capi storici di Cosa nostra, erano state nette: “gli onesti di Corleone si tolgono dalle spalle un pezzo di storia criminale che è stata rappresentata dal boss Bernardo Provenzano”. Una sorta di appello da parte del sindaco a chiudere con un passato ingombrante rivolto ai suoi concittadini, gli abitanti di un paese diventato tristemente famoso nel mondo per aver dato i natali a boss di prima grandezza: dal medico Michele Navarra, a Luciano Leggio, Bernardo Provenzano e Totò Riina. I “viddani”, i contadini, li chiamavano i mafiosi di città, i palermitani che, nella guerra con i paesani persero la guida di Cosa nostra. Ora Lea Savona, sindaco di Corleone eletto alle ultime amministrative con una lista civica di centrodestra, dovrà fare le valigie: costretta a lasciare dalla decisione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno Alfano, di sciogliere per infiltrazioni mafiose il Comune, insieme a quello di Tropea(Vibo Valentia). Una “sentenza” in qualche modo annunciata dalla dichiarazione fatta a gennaio dallo stesso Alfano che rese noto l’accesso agli atti del Comune. L’accesso – spiegò lo stesso sindaco per nulla sorpresa- riguardava l’assegnazione di alcuni appalti come quello relativo alla costruzione di un impianto polivalente nei pressi del campo sportivo. La gara finì all’attenzione della Procura di Palermo che arrestò un dipendente comunale, Antonio Di Marco, indicato dagli inquirenti come il nuovo capo mandamento. Di Marco, custode del campo sportivo, dove si sarebbero svolti anche summit di mafia, in alcune intercettazioni avrebbe fatto riferimento alla possibilità di fare pressioni presso gli uffici comunali per pilotare i lavori. “Nessuno immaginava – osservò allora il sindaco – che questo dipendente comunale potesse essere colluso”. Ma nel fascicolo della dda finì anche il fratello del primo cittadino, Giovanni Savona. Il capo famiglia di Chiusa Sclafani, Vincenzo Pellitteri, non sapendo di essere intercettato, diceva è “un grande amico nostro, solo che lui è allacciato con Mario”. Dove Mario era Mario Grizzaffi, fedelissimo di Totò Riina e fratello del boss Giovanni. Dopo l’accesso agli atti fu la volta delle commissioni Antimafia nazionale e regionale. La Savona, che anni fa vinse anche il premio intitolato alla memoria del giudice Paolo Borsellino, venne ascoltata dall’Antimafia regionale. “Avrò peccato di leggerezza, inesperienza, di qualche sbavatura, ma non posso essere considerata vicina ad ambienti mafiosi. Rinnegherei il nome che porto e mi dissocerei dalla mia stessa famiglia se mio fratello fosse coinvolto in qualche organizzazione”, disse a conclusione dell’audizione. (ANSA)

Gli aggiornamenti

Su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano il Consiglio dei ministri ha sciolto per mafia i comuni di Corleone (Palermo) e Tropea (Vibo Valentia).

“È accaduto l’inevitabile, ma io non sono contento. Per colpa di amministratori incapaci di resistere alle collusioni con la mafia, la città di Corleone è stata ricacciata indietro di trent’anni”. Così il responsabile legalità della Cgil di Palermo ed ex segretario della Camera del lavoro di Corleone, Dino Paternostro, commenta lo scioglimento per mafia del comune di Corleone. “Questo è un momento doloroso per i tanti cittadini onesti di Corleone, che non hanno nulla da spartire con la mafia e i mafiosi – aggiunge – Ma serve comunque a fare chiarezza. Chi ha sbagliato deve pagare duramente. Da parte nostra ci impegneremo per ricostruire a Corleone un fronte degli onesti, che lavori per una ripartenza della nostra città, fondata sui valori di legalità e giustizia sociale”.

“Quello che è accaduto al Comune di Corleone, purtroppo, non stupisce: è il triste esito di una vicenda che era apparsa fin dall’inizio difficilmente recuperabile”. Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia, a proposito dello scioglimento per mafia del Comune di Corleone. “Poche settimane fa – aggiunge Raciti – eravamo a Corleone insieme al responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico David Ermini per esprimere vicinanza ai consiglieri comunali PD che in quelle ore si stavano dimettendo, proprio a rimarcare la percezione di una situazione che stava irrimediabilmente sfuggendo di mano all’amministrazione ed al consiglio comunale”. “Ci auguriamo – conclude Raciti – che Corleone possa superare presto questa nuova difficile pagina ed avere un’amministrazione ed un consiglio comunale degni della sua storia migliore”.

“Lo scioglimento del comune di Corleone è un fatto grave e doloroso. La responsabilità di chi ha riportato Cosa nostra a colludere con l’attività amministrativa è imperdonabile”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia. “Dopo le stragi del 1992/93 – aggiunge – Corleone ha fatto un cammino, al di là delle appartenenze, di reale liberazione dalla cultura mafiosa, di crescita sociale, civile ed economica. Ci sono stati momenti in cui l’opinione pubblica ha applaudito Corleone. La presenza di tre Presidenti della Repubblica ne sono una reale e significativa testimonianza”. “Le famiglie dei Grizzaffi, Gariffo, Lo Bue, Di Miceli, Spatafora legate ai Riina, Provenzano e Bagarella – continua Lumia – non pensino di strumentalizzare questo momento di difficoltà”. “Adesso – conclude Lumia – la risposta che bisogna dare deve essere rigorosa e democratica. Bisogna riprendere con più energia e impegno il cammino interrotto. Lo Stato vada oltre l’approccio burocratico al commissariamento. La comunità di Corleone sia messa nelle condizioni di reagire per continuare a costruire la legalità e lo sviluppo”.

“Corleone non è più il luogo da cui viene gestito il crimine organizzato di tutto il pianeta ed è evidente che le tante operazioni giudiziarie e i tanti arresti di questi anni hanno fortemente indebolito la mafia dei corleonesi. E’ altrettanto evidente che permangono interessi e comportamenti che impongono che le autorità di governo e le prefetture non abbassino la guardia sui rischi di infiltrazioni nella Pubblica amministrazione a tutti i livelli e con diversi interessi”. A dirlo è il Sindaco di Palermo e Presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, commentando la notizia dello scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Corleone. “Oggi è però necessario che altrettanta attenzione venga posta a vigilare su quei grandi appalti che attraggono gli interessi di affaristi e mafiosi in tutta Italia: i grandi appalti legati alla gestione dell’acqua e dei rifiuti, che muovono milioni di euro e oggi sono in grado di condizionare non solo le amministrazioni, ma anche la vita di milioni di cittadini.”

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI