PALERMO – Parte con una prima tranche di appalti per 232 milioni di euro, l’attuazione dell’Accordo di programma quadro per la depurazione delle acque reflue in Sicilia, finalizzato a superare la procedura di infrazione avviata dall’Unione europea per otto delle nove province siciliane (è esclusa Enna) e finanziato per 1,1 miliardi di euro con la delibera Cipe numero 60 del 2012. Nel corso dell’incontro con la delegazione di Ance Sicilia, guidata dal presidente Salvo Ferlito, il dirigente generale del dipartimento regionale Acque e rifiuti, Marco Lupo, ha riferito che dei 94 interventi previsti, 64 sono in fase di progetto, 15 in fase di approvazione, 14 prossimi all’affidamento e uno (Giammoro) in esecuzione.
Recentemente si sono sbloccate delle risorse finanziarie che consentono di avviare le prime gare d’appalto. In particolare, entro questo mese saranno adottati i decreti di finanziamento di 13 lavori già approvati dal ministero dell’Ambiente, per un totale di 76 milioni di euro, che subito dopo potranno andare in gara; ed entro maggio potranno essere adottati i decreti di finanziamento per altre 16 opere, pari a 156 milioni di euro, che potranno essere affidate tramite pubblico incanto non appena otterranno il via libera finale dal ministero. Fra queste ultime figurano, a Palermo, il raddoppio del depuratore di Acqua dei Corsari (26,4 milioni), il completamento del collettore Sud-orientale (33,5 milioni) e le reti fognarie di Marinella, Sferracavallo e Passo di Rigano (17,5 milioni). In atto, come ha spiegato Lupo, il ministero sta valutando altri 49 progetti e presto se ne aggiungeranno due.
Quanto prima saranno poi individuate soluzioni progettuali per sbloccare la realizzazione degli impianti di depurazione di Catania e di Misterbianco. “Entro l’anno – ha dichiarato l’assessore regionale Nicolò Marino – contiamo di rispettare le scadenze previste per quasi tutti i progetti dell’Apq”. “Questo fatto concreto, che pone fine ad anni di ritardi – ha dichiarato il presidente di Ance Sicilia, Salvo Ferlito – è utile non solo a dare ossigeno al sistema delle imprese, ma anche a superare la procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea a carico della Sicilia per l’inquinamento di mare, fiumi e laghi a causa dell’insufficienza dei sistemi fognari e di depurazione”.