PALERMO – I piani costruttivi non gli interessavano, sostiene l’ex consigliere comunale Sandro Terrani. Che davanti ai pubblici ministeri dice e non dice: “La favorevole approvazione interessava a altri ma su questo mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.
Dal 29 febbraio scorso Terrani, ex capogruppo di Italia Viva al Consiglio comunale di Palermo, è agli arresti domiciliari nell’inchiesta Giano bifronte sul presunto giro di tangenti incassato da politici e burocrati e pagato da imprenditori per costruire nuovi edifici popolari.
Terrani avrebbe ottenuto vantaggi economici e “utilità” per una donna, Vincenza Stassi, con cui aveva una relazione, e in cambio avrebbe spinto l’approvazione della trasformazione delle ex aree industriali di San Lorenzo, Keller e via Messina Marine in zone di edilizia residenziale convenzionata e agevolata. Era un affare da 150 milioni su cui aveva messo gli occhi il costruttore Giovanni Lupo.
Interrogato dai pm Giovanni Antoci e Andrea Fusco, a proposito degli incarichi ottenuti da Stassi, Terrani si dice convinto che la donna assieme a Lupo, titolare della Biocasa, “hanno tramato alle mie spalle e io mi fidavo di loro. Non potevo pensare che stesse accadendo tutto questo”. Che Stassi si fosse fatta dare un lavoro da Lupo Terrani dice di averlo “saputo solo dopo avere letto il contenuto degli atti delle indagini”.
Eppure era lui a dire a Lupo: “Ti volevo parlare pure di Enza (Stassi, ndr)…”. Ora spiega: “Io dovevo dire a Lupo che avevo litigato con la Stassi perché lei, venuta in possesso della mia rubrica, aveva iniziato a prendere contatti con miei conoscenti per sbrigare le proprie faccende. La Stassi si sentiva il perno principale della mia vita politica. Io temevo che la Stassi di sua iniziativa potesse rivolgersi a Lupo chiedendogli delle utilità a nome mio”.
Sotto inchiesta ci sono, tra gli altri, anche un altro ex consigliere comunale del Pd Giovanni Lo Cascio, presidente della commissione Urbanistica di Sala delle Lapidi, i funzionari comunali Giuseppe Monteleone, Mario Li Castri e il suo ex socio Fabio Seminerio.
Terrani, assistito dall’avvocato Corrado Sinatra, si difende: “Ho smesso di interessarmi dei piani costruttivi a fine 2017-inizio 2018, avendo capito che a livello politico in quel momento non c’era una reale volontà politica di di definire la vicenda e che più altro si era trattato di uno spot elettorale”.
Il giorno in cui, nel 2019, il Consiglio comunale bocciò i piani costruttivi “io ero fuori città. A un certo punto il sindaco Leoluca Orlando aveva dato ordine di bocciarli e dopo che ciò avvenne né Lupo né altri hanno avuto qualcosa da ridire contro di me, né io mi sono preoccupato di chiedere qualcosa”.
Lo stesso Orlando, così Terrani dice di avere saputo da Lupo, all’inizio avrebbe sostenuto la causa dei piani costruttivi: “Quando sono stato eletto Lupo mi ha voluto incontrare e mi ha detto che il sindaco aveva preso l’impegno di portare avanti i pani costruttivi… in campagna elettorale aveva promesso la loro approvazione”.
Nel giorno del blitz Orlando convocò una conferenza stampa per spiegare: “Sul fronte politico ricordo a tutti che su questi provvedimenti ho fatto un vertice di maggioranza dando mandato di bocciare questi piani costruttivi su aree industriali dismesse. Eravamo contrari alla delibera anche perché i soggetti privati proponenti minacciavano di chiedere il commissariamento sull’atto proprio in virtù di una legge regionale di favore, per essere chiari. Questa è la conferma che la mia amministrazione difende il territorio e i diritti dei cittadini”.
I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, non credono alla versione di Terrani. Al consigliere fanno leggere le intercettazioni che lo riguardano, registrate dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e dai carabinieri. Il 30 ottobre 2018 Lupo diceva a un collaboratore: “All’altro io lo tengo sotto”. Secondo un testimone, stava parlando proprio di Terrani che nega la ricostruzione: “Sicuramente no e non so perché Paladino fosse convinto del contrario”.
Il 5 settembre 2018 Terrani parlava con Lo Cascio: “Guarda che è andata bene”. E Lo Cascio aggiungeva: “Ma secondo me è andata positiva e quindi diciamo che possiamo già pensare a dare un’accelerata in Consiglio comunale”. Terrani taglia corto: “Stavamo parlando dei dehors”.
Anche Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia, sentito come testimone, aveva confermato che Terrani era a favore ai piani costruttivi: “Non è vero, si è sbagliato. La favorevole approvazione interessava a altri ma su questo mi avvalgo della facoltà di non rispondere quanto alla indicazione di chi fossero costoro. Io ero semplicemente interessato che il Consiglio affrontasse la questione, come mi aveva detto di fare il sindaco, e non mi interessava che venissero approvati o bocciati. Io mi sono interessato di tante persone che avevano bisogno di lavoro, senza avere alcun tornaconto”.