PALERMO – Resta avvolta nel giallo la morte di Grazia Rosaria Quatrini, la donna di 63 anni trovata senza vita ieri, nel suo appartamento di via Tommaso Aversa. Nel cuore della Zisa qualcuno è entrato in quel portoncino al civico 18 e, una volta accolto dalla vittima, avrebbe dato vita ad una colluttazione per poi sferrare il colpo mortale, sgozzandola. Ma di chi sia quella mano che ha impugnato l’arma del delitto, resta un mistero. Già, perché la Quatrini conosceva il suo assassino, ne sono certi gli uomini della Omicidi guidati da Carmine Mosca, che non hanno rilevato alcun segno di effrazione alla porta, aperta volontariamente dalla 63enne.
Forse la vittima aspettava un uomo o una donna quel giorno: da allora i suoi parenti non sono più riusciti a contattarla. Quando si è ritrovata col suo ospite, però, qualcosa sarebbe andata storto, al punto che la discussione sarebbe sfociata nella furia omicida. La “signora Rosa”, come la chiamavano tutti, avrebbe così tentato di difendersi. Accanto al suo corpo senza vita, infatti, è stato trovato un coltello leggermente sporco di sangue: potrebbe essere stato utilizzato dall’assassino o dalla stessa Quatrini per provare a neutralizzare chi la stava aggredendo per poi squarciarle la droga. Saranno le impronte digitali rilevate dalla Scientifica a fare luce su questo aspetto.
L’abitazione al primo piano della palazzina, setacciata dalla polizia alla ricerca di qualche elemento utile, era in disordine e igienicamente carente: “Lei viveva così – dice una vicina – era molto trasandata, usciva in pigiama”. Grazia Rosaria Quatrini metteva il guinzaglio al suo cagnolino e andava al bar. La polizia conferma i problemi con l’alcol e la frequentazione di alcune taverne nella zona della Zisa. Alcune bottiglie vuote si trovavano ancora nell’appartamento ed è stata proprio una di queste ad essere ridotta in franqumi per utilizzarne la parte superiore. Il collo di una bottigli di vetro, ribadiscono dalla squadra mobile, potrebbe essere l’arma del delitto, ma la certezza arriverà dall’autopsia che sarà effettuata oggi.
Gli interrogatori andati avanti per cinque ore, la scorsa notte, non hanno nel frattempo fatto emergere alcun elemento importante. Sono stati ascoltati i due fratelli della donna e la sorella, oltre ad alcuni conoscenti e l’attuale anziano compagno che ha fornito un alibi. Sotto choc, è stato ascoltato dalla polizia dopo essere stato rintracciato nel tardo pomeriggio. Con la vittima aveva un rapporto burrascoso e frequenti litigi che si snodavano tra insulti ed urla, ha racocntato di non avere più avuto alcun contatto con lei dallo scorso fine settimana.
Le risposte alle indagini della polizia, coordinate dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal pm Emanuele Ravaglioli, potrebbero arrivare dalle analisi sulle tracce ematiche raccolte nell’abitazione, oltre a quello della 63enne, potrebbe esserci quello dell’assassino, forse colpito dalla Quatrini nel corso di un disperato tentativo di difendersi.