PALERMO – Le idee “sono buone o cattive e non sono nè di destra nè di sinistra”. Matteo Mangiacavallo, deputato del Movimento cinque stelle al suo secondo mandato all’Assemblea regionale siciliana, affida a Livesicilia il suo sfogo sul dibattuto innescatosi negli ultimi giorni riguardo alla possibile scissione della pattuglia grillina di Palazzo dei Normanni. Il ragionamento del parlamentare di Sciacca prende le mosse proprio una frase che il collega Sergio Tancredi ha pronunciato in una intervista al nostro quotidiano: “Le idee non sono ‘di destra’ o ‘di sinistra’, sono buone o cattive”. Tancredi, Mangiacavallo, e prima ancora Angela Foti, la cui elezione ‘inaspettata’ alla vicepresidenza dell’Ars ha segnato l’inizio delle divisioni interne a un gruppo che sulla carta aveva designato Francesco Cappello per la successione a Giancarlo Cancelleri per la seconda poltrona più importante di sala d’Ercole: nel Movimento cinque stelle le voci si moltiplicano e la spaccatura è ormai certificata, venti di guerra che non lasciano presagire nulla di buono per la riunione chiarificatrice che dovrebbe avvenire nelle prossime ore. Mangiacavallo, che si schiera dalla parte del dialogo con la maggioranza, respinge le accuse di ‘collaborazionismo’: “Non possiamo essere etichettati come filogovernativi o, peggio ancora, attraverso idee fantasiose, la stampella di qualcuno”.
“In questi giorni, il mio nome, insieme a quello di altri amici, è associato alla parola ‘dissidenti’ – sottolinea -. E sono giorni in cui si è aperto all’Ars, coi miei colleghi, un confronto interno, qualcuno può definirlo scontro, sulla linea politica da portare avanti in Sicilia, nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Siamo ancora in questa fase -evidenzia il parlamentare -. C’è chi vorrebbe un movimento del No a tutti i costi, agendo spesso in tandem con Pd, e chi, come noi, che vorrebbe invece tornare alle proposte e alla valutazione del merito di ogni proposta. Credo dunque che i dissidenti siano altrove”.
Poi il passaggio che richiama a quanto detto da Tancredi: “Se chiediamo di tornare alle idee, che ‘sono buone o cattive e non sono né di destra o di sinistra’, e lo abbiamo sempre detto e messo in pratica, non possiamo essere etichettati come filogovernativi o, peggio ancora, attraverso idee fantasiose, la stampella di qualcuno”. Nel messaggio del parlamentare saccense anche una presa di distanza dal Partito democratico, comunque alleato nel governo Conte bis a Roma: “In Sicilia non abbiamo alleati né a destra né a sinistra – precisa – ma i nostri alleati erano e rimangono i cittadini. Che ben vengano momenti di confronto e temporanee divisioni, se non c’è la volontà di chiudere le porte ma di dialogare, per cercare di riaffermare i principi che qualcuno sembra avere dimenticato”.
La frattura con la frangia ‘oltranzista’, che in qualche modo si riconosce in Cappello, è chiara. Mangacavallo, del resto, come Tancredi e Foti, è uno dei sei deputati grillini che non si sono schierati apertamente contro l’esercizio provvisorio approvato la settimana scorsa all’Ars: con loro anche Elena Pagana, Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino. “Nel 2017 gli elettori siciliani ci hanno attribuito il ruolo di minoranza. Ruolo che qualcuno vorrebbe trasformare in opposizione sterile, infruttuosa e potenzialmente dannosa. Le minoranze possono e devono essere invece propositive e costruttive soprattutto quando i temi affrontati in aula riguardano gli interessi collettivi. Devono diventare opposizione dura e ferma solo quando le decisioni da prendere danneggiano i cittadini – conclude -. Questa idea di movimento va recuperata e salvaguardata”.