La droga sull'asse Albania-Sicilia | Scattano 21 arresti a Ragusa - Live Sicilia

La droga sull’asse Albania-Sicilia | Scattano 21 arresti a Ragusa

L'operazione antidroga della polizia di Ragusa

di VALENTINA FRASCA Tra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare diversi pastori della provincia iblea. Cocaina e marijuana venivano importate dall'Est. Guarda il video e le foto degli arrestati.

scoperto un traffico internazionale
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3 min di lettura

RAGUSA – Avevano messo su un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti e da tempo rifornivano quasi tutta la provincia iblea e non solo, da Comiso (dove avevano la base) a Vittoria, Scicli, Santa Croce Camerina e Marina di Ragusa fino a Gela. Il valore enorme della droga messa sulla piazza, marijuana e cocaina provenienti dall’Albania, si aggira sui venti milioni di euro e fa intuire il giro di affari colossale che si nascondeva dietro alle 21 persone arrestate questa notte dagli uomini della squadra mobile di Ragusa, coadiuvati dagli agenti dei commissariati di polizia di Comiso, Vittoria e Modica, dal reparto volo di Palermo, da 5 squadre cinofili di Catania e Palermo, dalla squadra Volanti e dal reparto Prevenzione crimine della questura di Ragusa.

L’operazione è stata denominata “Agnellino” perché tra i soggetti finiti in manette ci sono anche dei pastori, che usavano un linguaggio in codice: un agnellino corrispondeva a un chilo di droga. Complessivamente 180 gli uomini coinvolti nel blitz, che hanno eseguito gli arresti intorno alle 4 del mattino. Alcune catture sono state eseguite anche a Gioia Tauro e a Roma. Sequestrate centinaia di munizioni di arma da fuoco, una carabina e due pistole ora sottoposti ad accertamenti balistici per capire se siano stati usate. Sotto sequestro anche 10 grammi di cocaina, già suddivisi e pronti per la vendita, rinvenuti in casa di due degli arrestati, marito e moglie, che avevano cercato di disfarsene gettandola nel wc.

Capo dell’organizzazione era Emanuele Firrisi, comisano di 67 anni: dai suoi movimenti le indagini hanno preso il via. L’uomo, scarcerato nel 2009 dopo aver scontato una condanna a 17 anni di reclusione per associazione a delinquere armata finalizzata al traffico di stupefacenti, è ritenuto un esponente di spicco della mafia comisana, collegato al clan Dominante-Carbonaro. Con lui sono finiti in manette Antonino Ferrante, sciclitano nato a Palermo di 44 anni; Pieruccio Boschi, sciclitano di 59 anni; Michele Firrisi, comisano di 28 anni; Corrado Bellassai, 44enne nato a Ragusa ma residente a Comiso; Giovanni Errigo, comisano di 54 anni; Francesco Giudice, vittoriese di 35 anni; Salvatore Incremona, comisano di 60 anni; Giuseppe Lauretta, comisano di 31 anni; Antonio Maugeri, 64enne nato ad Aci S.Antonio e residente a Comiso; Sebastiano Occhipinti, 64enne di Santa Croce Camerina; Giuseppe Saccone, 42enne originario di Torre del Greco e residente a Vittoria e Biagio Pace, 32enne di Comiso. Quest’ultimo è stato sottoposto a fermo e non è destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Limitatamente al traffico di marijuana sono stati catturati Domenico Moretto, 35enne di Roma, e Emanuele Di Caro, gelese residente a Comiso di 43 anni.

Gli albanesi finiti in manette e che si occupavano di far arrivare lo stupefacente dalla loro nazione di origine nei modi più disparati e fantasiosi sono Armand Hasalla, 41 anni, Roland Kalemaj, 38 anni, e Sheptim Xeka, 35 anni. Un ruolo di tutto rispetto nelle operazioni di spaccio era quello riservato alle due donne arrestate: Si tratta di Bartolomea Arrabito, 41enne originaria di Cosenza e moglie di Kalemaj, e Rita Cangialosi, palermitana di 67 anni e moglie di Boschi.

La droga, che spesso veniva occultata sotto terra all’interno degli allevamenti di bestiame e nei vivai di alcuni degli arrestati, era destinata a “clienti facoltosi” mentre i “tossicodipendenti squattrinati” non interessavano. Al buon esito delle indagini hanno contribuito mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e testimonianze dei collaboratori di giustizia. Il cerchio, però, non è ancora chiuso. All’appello, infatti, mancano due persone, attualmente ricercate. Gli arrestati sono si trovano nelle carceri di Ragusa, Augusta, Catania, Siracusa e Taranto.


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