E dopo il ‘floping’ di Baccaglini, ecco che rispunta Frank Cascio. C’è sempre una suggestione in calendario, una copertina sdrucita, nel fallimento del calcio a Palermo, uno zuccherino da sciogliere nell’amarezza dell’inchiesta che riguarda Maurizio Zamparini e certi affari che hanno attirato l’attenzione della Procura.
I fatti, comunque, restano testardi. Il pallone rosanero è un simbolo sgonfio. La retrocessione è stata talmente catastrofica da non lasciare altro che macerie, aggravate da incapacità ed errori. La squadra che verrà è una pia illusione. L’allenatore che dovrebbe guidarla verso una pronta risalita ha le sembianze di un onesto Carneade che tutto deve dimostrare. E poi c’è appunto l’indagine che sappiamo a complicare ulteriormente un panorama d’ombre.
Il patron Zamparini ha il diritto di rivendicare un’onestà specchiata che diamo per pacifica, fino a prova contraria. Ma i palermitani hanno – pure loro – il sacrosanto diritto alla preoccupazione e allo scoramento, davanti alle cattive notizie che si affastellano senza soluzione di continuità, in mancanza di veri segni di cambiamento.
Ed ecco che – magicamente – spunta la nuova ‘trattativa’, che vedrebbe il ritorno di Cascio, un vecchio amore delle speranze rosanero: Frank al posto di Paul, dunque. Immancabile il rituale invito alla riservatezza, per non turbare passaggi tanto delicati.
Per piacere – rinnoviamo l’invito di qualche giorno fa – adesso basta.
Non saremo più disposti a concedere nemmeno un labile credito alle voci e ai comunicati, ai sussurri che seguiranno, se ogni passaggio non sarà compiuto alla luce del sole. Pretendiamo cifre, nomi, progetti e tappe. E da subito. Chiediamo un impegno serio, verificabile e ravvisabile. Desideriamo una mappa concreta in cui la politica interpreti il ruolo vigile del sorvegliante della decenza, non la parte trasognata degli stenditori di tappeti rossi. Altrimenti verrà spontaneo ai più pensare che questa sia l’ennesima favoletta cinica narrata sulla pelle degli appassionati, in attesa di tempi tranquilli.
Palermo e la sua gente meritano un futuro diverso, al riparo da beati costruttori di sogni senza sostanza o dall’eventuale magliaro di turno, convinto di trovare qui un popolo di gonzi a cui spacciare pezzi di vetro e perline colorate.
Chiarezza, serietà e rispetto. O, la prossima volta, non ci sarà zucchero sufficiente per mandare giù un altro ‘floping’ annunciato.