Mentre tutti gli stabilimenti della Fiat Auto si fermeranno due settimane, l’ultima di febbraio e la prima di marzo, il finanziere di origini siciliane, Simone Cimino, replica all’ad della casa torinese, Sergio Marchionne, rivelando di aver presentato il piano per la produzione di auto elettriche direttamente alla task force messa sù dal ministero per lo Sviluppo economico.
Fiat. La cassa integrazione interesserà Mirafiori, Melfi, Termini Imerese, la Sevel, Cassino e Pomigliano, in totale circa 30.000 lavoratori. L’azienda spiega che la decisione è dovuta all’andamento degli ordini a gennaio che, “dopo il periodo positivo di fine 2009, si stanno drasticamente ridimensionando a un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell’anno scorso, quando il mercato era in grave crisi”. L’azienda prevede che “questo andamento negativo continui”, e ritiene quindi necessario “adeguare i livelli produttivi alla domanda”.
L’auto elettrica a Termini. Il fondo Cape del finanziere Simone Cimino non ha inviato alcuna proposta alla Fiat perché il progetto di realizzazione dell’auto elettrica a Termini Imerese “potrà prescindere dall’utilizzo delle strutture fisiche (immobiliari ed impiantistiche) di proprietà Fiat in Termini Imerese”. E’ quanto spiega all’Ansa lo stesso Cimino in una conversazione telefonica dopo i commenti dell’ad di Fiat Sergio Marchionne sulla proposta di Cape. Secondo Cimino, “progetto e strategie di Sunny car sono stati presentati in data 21 gennaio alla Task Force voluta dal ministro Scajola e guidata dal Capo Dipartimento Giuseppe Tripoli”. “A seguito di quell’incontro oggi – spiega Cimino. éstato richiesto un ulteriore approfondimento quantitativo da fornire alla Task Force prima della data del 29 gennaio”. “Fiat Group non è stata destinataria finora di alcuna proposta in quanto il progetto potrà prescindere dall’utilizzo delle strutture fisiche (immobiliari ed impiantistiche) di proprietà Fiat in Termini Imerese”. Per il finanziere “la localizzazione degli investimenti verrà fatta a Termini Imerese per recuperare quelle competenze professionali, di diretta dipendenza del Gruppo Fiat o operanti nell’indotto, che sarebbe altrimenti difficile reperire in Sicilia”.