Il problema, forse, è tutto nel linguaggio. Nelle parole. Nel dialetto. Si tinge di ironia la polemica tra Regione e Comune, dopo la “fuga” da Palermo dei medici che hanno deciso di disertare un convegno organizzato nel capoluogo. Il motivo: la spazzatura che invade la città.
“Si tratta di un fatto grave – ha detto l’assessore regionale al Turismo, Nino Strano – cui occorre mettere subito mano, perché rischia di vanificare ogni sforzo verso la promozione dell’immagine della Sicilia e per un turismo sostenibile”.
Immediata conseguenza della marcia indietro dei medici è la perdita, per l’hotel San Paolo Palace, di una commessa di circa 120 mila euro, con 200 camere in prenotazione. Per Strano “il turismo congressuale in Sicilia rappresenta una grossa fetta di mercato e non possiamo permettere che venga penalizzato, in un momento di crisi internazionale del settore, perché sarebbe una tragedia”.
“Sarebbe opportuno – ha concluso Strano – che i vertici del comune si incontrassero con i responsabili dell’Ato rifuti per una soluzione, e chiedo al collega Piercarmelo Russo (assessore all’Energia, ndr), che ha la competenza su acque e rifiuti, di sovrintendere nell’interesse della Regione”.
Scoma: “Strano parli col suo collega Russo, magari in dialetto catanese”
“Ha detto bene l’assessore Nino Strano. Si faccia portavoce con il suo collega della giunta di governo regionale, l’assessore-politico-burocrate Piercarmelo Russo, della questione che riguarda Palermo e l’emergenza rifiuti che da tempo affligge la città. I problemi dell’Amia sono noti a tutti, i palermitani ne sono consapevoli”. Questa la replica del vicesindaco di Palermo Francesco Scoma. “Solo Russo, che a Palermo vive ma lavora con un’ottica campanilistica che fa riferimento alla parte politica del presidente della Regione, – prosegue – sembra non accorgersi di quello che sta succedendo. Invito dunque l’assessore Strano a discutere con il suo collega magari utilizzando termini e concetti propri e in dialetto catanese. Probabilmente questo susciterà in Russo, sensibile a tutto ciò che proviene da sotto l’Etna, ad attivarsi e a ricoprire il ruolo di assessore regionale con senso di responsabilità a 360 gradi non negando a Palermo l’aiuto che più volte il sindaco ha richiesto alla Regione”.