La guerra del "taglia-parenti" - Live Sicilia

La guerra del “taglia-parenti”

Su S dal 28 gennaio
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Sono 32, fra chi si è già dimesso e chi invece ha deciso di salire sulle barricate. Già, le barricate, perché la legge “taglia-parenti” che l’Ars ha approvato nell’aprile del 2011 e che ha prodotto i suoi effetti dal primo gennaio 2012, porterà una valanga di ricorsi: ai casi dei consiglieri e degli assessori costretti dalla nuova norma a lasciare l’incarico perché parenti troppo stretti di altri rappresentanti dello stesso ente locale “S” ha dedicato un servizio che sarà pubblicato sul prossimo numero, in edicola da sabato 28 gennaio.

Accursio Sabella ha passato in rassegna tutti i casi, provincia per provincia. Partendo dal Comune di Palermo, dove le dimissioni degli assessori Aristide Tamajo e Pietro Matranga (che hanno rispettivamente un figlio, Edmondo Tamajo, e un genero, Giuseppe Milazzo, in consiglio comunale) hanno solo anticipato di qualche giorno l’addio di Diego Cammarata, che ovviamente ha travolto tutta la giunta. Ma i casi sono molti di più: dall’assessore di Capaci pronto a presentare un ricorso al dibattito in corso al Comune di Milazzo, dove le coalizioni si scontrano sulla compatibilità fra uno zio assessore e un nipote consigliere. Ma il caso più controverso è quello di Acate, in provincia di Ragusa: Giovanni Caruso e Catia Cantale, moglie e marito, sono rispettivamente sindaco e consigliere comunale. Entrambi sono stati scelti dai cittadini. Può una legge del 2011 dichiarare illegittima una candidatura di tre anni fa?


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