La latitanza dorata di Rizzotto - Live Sicilia

La latitanza dorata di Rizzotto

La latitanza di Salvatore Stefano Rizzotto, il latitante siciliano arrestato dalla polizia a Malta, è finita lunedì sera in un ristorante dell’isola dei Cavalieri. L’indagato frequentava locali a cinque stelle, girava a bordo di costose auto e faceva shopping in negozi di lusso. Gli investigatori gli davano la caccia dal 21 settembre scorso, quando Rizzotto era sfuggito al blitz denominato Building 8. Allora erano finite in manette diciotto persone tra Palermo, Siracusa, Mazara del Vallo e Roma.

Sulla base delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maria Teresa Principato e dai sostituti Gaetano Paci, Roberta Buzzolani e Maurizio Bonaccorso, l’organizzazione avrebbe avuto ramificazioni internazionali e rapporti anche con Cosa Nostra. Ufficialmente libero professionista nel campo dell’impiantistica elettrica, Rizzotto, 38 anni, nato a Siracusa e residente a Floridia, sarebbe stato il riferimento del mercato della cocaina nel Siracusano. Quando gli uomini della sezione antidroga della squadra mobile di Palermo e i poliziotti maltesi lo hanno bloccato al ristorante il latitante non ha opposto resistenza. Si è limitato a negare la sua identità.

Il giudice ha convalidato il fermo ed è subito stata avviata la procedura per l’estradizione. Nell’attesa Rizzotto resta rinchiuso in un carcere maltese. I telefoni di parenti, amici e conoscenti dell’indagato erano sotto controllo da mesi. “Una utenza a lui riconducibile – spiega Stefano Sorrentino, dirigente della sezione Antidroga – è stata localizzata a Malta. Ed è partita la caccia andata a buon fine seguendo due conoscenti di Rizzotto”. Su Rizzotto pendeva un mandato di cattura internazionale.


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