"La legge è incostituzionale" | Ricorso contro la "spazza corrotti" - Live Sicilia

“La legge è incostituzionale” | Ricorso contro la “spazza corrotti”

Il Tribunale di Palermo

A sollevare la questione, a Palermo, l'avvocato di un ex consigliere comunale condannato.

PALERMO – La Corte di appello di Palermo, ed è la prima volta che accade, affida le sorti della controversa legge “spazza corrotti” alla Consulta.

A sollevare la questione di legittimità costituzionale è stato l’avvocato Lillo Fiorello, difensore dell’ex consigliere comunale di Campobello di Mazara Antonio Di Natale, condannato a tre anni e mezzo di carcere per “induzione indebita a dare o promettere utilità”.

Fiorello aveva chiesto di sospendere l’ordine di carcerazione, emesso quando la sentenza è divenuta definitiva, in modo da potere richiedere misure alternative alla detenzione carceraria.

La legge “spazza corrotti”, che il governo gialloverde considera uno dei maggiori successi dell’attività legislativa, inserisce il reato di “induzione a dare o promettere utilità” fra quelli ostativi per cui non c’è alternativa al carcere.

Secondo il legale, il governo avrebbe “cambiato le carte in tavola” in corso d’opera senza prevedere una norma transitoria che riguardasse la posizione di chi, come Di Natale, avesse commesso il reato prima che entrasse in vigore la nuova legge. Insomma, è stata applicata retroattivamente in violazione di quanto previsto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Chi si macchia di un reato deve avere già chiaro a quali conseguenze andrà incontro nel momento stesso in cui lo commette.

La presunzione di pericolosità dei condannati per questo reato, che li obbliga al carcere, finisce per prevalere “irragionevolmente” sull’istanza rieducativa.

L’impossibilità di accedere a misure alternative per scontare la pena, secondo la prima sezione della Corte d’appello (Adriana Piras presidente, Mario Conte e Luisa Anna Cattina consiglieri), “sembra contrastare con il principio costituzionale che sancisce la finalità rieducativa della pena”. Così come verrebbe “compresso il principio del ‘minimo sacrificio’ necessario” che limita il ricorso alla massima sanzione custodiale”. 

Visto che non è stata prevista alcuna norma transitoria, il collegio ha giudicato “non manifestamente infondata” la questione sollevata dall’avvocato Fiorello e ha inviato gli atti alla Corte costituzionale.

 

 


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