La manovra va ko | Chi resta senza stipendio - Live Sicilia

La manovra va ko | Chi resta senza stipendio

Il presidente Crocetta ha parlato di "massacro sociale". Ecco quali categorie di lavoratori resteranno senza stipendio dopo il ko alla manovrina.

PALERMO – “Un massacro sociale”. Con queste parole, il presidente della Regione Crocetta ha sintetizzato gli effetti della bocciatura alla manovrina del governo. Un “massacro” che si traduce nell’impossibilità di garantire gli stipendi per migliaia di siciliani. O, per essere più precisi, gli stipendi fino a giugno. Il testo del governo, infatti, avrebbe coperto i salari per due mesi. Non di più. Ma il rischio che molte categorie di siciliani debbano aspettare ancora un bel po’ per rivedere le proprie buste paga è molto forte, fortissimo.

Già, perché il rinvio in commissione del testo, regolamento alla mano, sposta al 30 maggio prossimo la prima data utile per la trattazione in Aula del disegno di legge. Se, insomma, non ci saranno novità (si parla di sedute urgenti e straordinarie, da convocare, però, proprio nei caldissimi giorni pre-elettorali), la commissione dovrà prendersi almeno 15 giorni di tempo per esaminare la manovrina. Questa dovrà tornare quindi in Aula dove dovrà essere nuovamente incardinata. Bisognerà fissare nuovi termini per gli emendamenti. Il 30 maggio, è venerdì. Nella migliore delle ipotesi, quindi, si entrerà nel merito e quindi alla votazione degli articoli, i primi giorni di giugno. E fino ad allora?

Fino ad allora, diverse categorie di lavoratori resteranno all’asciutto. Ma quali sono i lavoratori ai quali la marcia indietro della manovra negherà per qualche settimana ancora lo stipendio?

Intanto, saltano (due volte) i finanziamenti per i Forestali. Il testo “bocciato” infatti prevedeva, oltre a uno stanziamento di quasi 18 milioni, anche la destinazione di 20 dei 100 milioni del tanto discusso mutuo per gli stessi lavoratori. Il mutuo alla fine è scomparso dal testo, ma sono rimaste quelle poste di spesa, che sarebbero state coperte – nelle intenzioni del governo – attraverso i risparmi della Sanità. Ma niente di fatto. Saltano anche i circa 3 milioni destinati ai dipendenti dei Consorzi di bonifica, circa 6,5 milioni per il personale dell’Eas.

E poi, ovviamente, ecco saltare i circa 100 milioni del famigerato “allegato 1”. Quell’elenco di finanziamenti a leggi di spesa che – secondo le opposizioni – doveva essere destinato esclusivamente agli stipendi. E dove, però, si è fatta qualche eccezioni (ad esempio all’Aras, all’Istituto per ciechi Florio e Salamone, all’Inda, al Museo Mandralisca, alla manifestazione ‘Taormina arte’). Ma eccezioni a parte, la maggior parte di quei fondi, come detto, riguarda gli stipendi di lavoratori di enti collegati alla Regione e finanziati attraverso il bilancio regionale.

Tra questi, i dipendenti della Resais, compresi gli ex lavoratori della Fiera del Mediterraneo (saltano circa 6 milioni), quelli dell’Irsap, di nuovo dei Consorzi di bonifica (oltre 20 milioni). Niente stipendi nemmeno per i lavoratori dell”Esa, Eas e degli enti parco.

A seccco i lavoratori di enti come Azasi, Espi, Ems, per gli ex dipendenti dell’Ente minerario, per quelli delle cooperative sociali e consorzi agrari. Saltano i soldi per il Ciapi per l’Istituto Vite e vino, per il Corfilac, per l’Istituto di incremento ippico e all’istituto zootecnico e dell’Arpa.

Ma non finisce qui. Sono davvero migliaia i siciliani ai quali si rivolgeva la manovrina. Saltano i finanziamenti per gli Ersu, per le borse di studio agli specializzandi in Medicina. E scompaiono anche i fondi per i Teatri siciliani. A secco il Bellini di Catania, il “Massimo” di Palermo, il Teatro di Messina, il “Biondo” di Palermo. E niente fondi nemmano alla Fondazione orchestra sinfonica. Per tutti questi bisognerà attendere ancora. La manovra ha fatto “marcia indietro”. Se tutto andrà bene, tornerà a Sala d’Ercole a giugno.


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