PALERMO – Non c’è in via Messina Marine, a Villagrazia, a Borgo Nuovo, a Pallavicino o allo Zen. Manca a Mondello, all’Addaura, all’Arenella, in parte del centro storico e a Cardillo. Eppure costa meno, inquina poco e consente di risparmiare anche sui controlli della caldaia. Il metano, a Palermo, non è per tutti. O almeno non ancora.
La rete di distribuzione del gas, realizzata da Amg, ha mosso i primi passi alla fine degli anni Ottanta: tre stralci in tutto, realizzati sinora, ma che non coprono ancora tutta Palermo. E dire che il metano presenta numerosi vantaggi: è un combustile fossile “rispettoso” dell’ambiente, inquina meno di petrolio e carbone, la sua combustione produce fino al 45% in meno di Co2, azzera le polveri sottili Pm10, non ha bisogno di stoccaggio e consente interventi limitati per la manutenzione della caldaia, oltre ad offrire la certezza di quanto si consuma.
Ma ampliare la rete costa e il Comune non ha i soldi per tutti, così si procede a piccoli passi: nell’ultimo bilancio Palazzo delle Aquile ha approvato l’ampliamento della rete a Ciaculli, dove i lavori sono in corso, in via Messina Marine, Santa Maria di Gesù, via Crocetta a Cardillo, via Assoro a Borgo Nuovo, via Mendelssohn a Cruillas e in zona Arenella. Ma all’appello mancano numerosi quartieri, scoperti o serviti solo in parte: Santa Maria di Gesu’, Villagrazia – Falsomiele, Molara – Pagliarelli, Calatafimi, Boccadifalco – Baida, Borgo Nuovo, Castellana, Cruillas, Cardillo – Tommaso Natale, Pallavicino, La Malfa, Zen 2, Valdesi – Partanna – Mondello, Addaura, Arenella, Centro storico e Bellolampo. In totale gli utenti serviti sono circa 150mila.
Altro problema è la “redditività” di una zona: più persone vi abitano, più l’investimento sarà economicamente conveniente per l’Amg. E lì dove non lo è, a provvedere deve essere il Comune di tasca propria oppure i residenti. Esiste un progetto preliminare generale, che viene aggiornato secondo le nuove richieste o in base a periodici sopralluoghi per verificare la densità abitativa. I progetti finanziati finora dall’Europa prevedono circa 4 metri di tubazione per ogni nucleo familiare, ma la stima potrebbe salire visto che alcune zone hanno una densità abitativa bassa oppure ne hanno una alta e le tubazioni vengono usate anche per il riscaldamento. Facendo due conti, per completare la rete servirebbero tra i 22 e i 23 milioni di euro per un totale di tre anni di cantieri: al dicembre 2012 i chilometri realizzati erano 850, ne mancano altri 80 circa. E la redditività deve fare i conti anche con un altro aspetto: anche nelle zone servite, circa il 30% delle famiglie residenti non usa il metano perché preferisce la classica bombola oppure perché non ha i soldi per adeguare cucine e caldaie. Una media che è quasi il doppio rispetto al Nord Italia.
“Noi vorremmo il metano, ma ancora qui non è arrivato – dice Luca De Caro, abitante in via Collegio del Giusino – capisco le esigenze di economicità, ma proprio recentemente l’Amap ha eseguito dei lavori sollevando il basolato e la strada. Perché Amap e Amg non si sono messe d’accordo, posizionando il metano contemporaneamente e abbattendo così i costi? L’impressione è che al Comune la mano destra non sappia cosa fa la sinistra“. “L’acqua è un bene primario, che va garantito ovunque – dice il presidente di Amg Daniela Faconti – il gas non è un servizio pubblico essenziale, visto che può essere sostituito dalla bombola. Costa meno, è più sicuro ma è sostituibile. Noi creiamo delle reti principali, con dei rami a cui i privati possono allacciarsi: molti non lo fanno perché il costo di questa operazione di allaccio è elevato. Ma non possiamo fare sconti, rispondiamo a regole nazionali stabilite da un’Autorità. Noi stiamo cercando comunque di portare il metano dove possibile, in funzione delle somme stanziate dal Comune cercando però anche contributi nazionali. In futuro potremo intervenire nella costa Sud, se verrà approvato il Pon Metro”.
In centro storico la rete del metano si estende per 45 chilometri circa, una zona la cui densità abitativa è di 3mila famiglie a chilometro quadrato. Il centro storico è grande 2,5 chilometri quadrati e la rete stradale misura 84 chilometri: il 45% però è sprovvisto delle condutture, parliamo di circa 3.400 famiglie. Ma realizzare un singolo chilometro di tubature costa 210mila euro, se si considerano anche gli scavi e il fatto che si ha a che fare col basolato, che va segnato e rimesso a posto per come era prima. Considerando che mancano 39 chilometri di condutture, servono 11,5 metri per famiglia, ovvero quasi il triplo rispetto alla media di 4 scelta come parametro dall’Ue.
“Il Consiglio Comunale di Palermo ha ripreso il percorso di metanizzazione, che ha origine nei primi anni ’80 a causa del manifestarsi di ripetute crisi del settore petrolifero, per completare la diffusione dell’utilizzo del gas naturale essendone noti gli aspetti positivi – dice il vice capogruppo del Mov139 Tony Sala – I lavori sono stati finanziati direttamente con somme stanziate in bilancio ed alcuni dei progetti che erano custoditi nei cassetti di Amg vedranno la luce. Tuttavia, per completare il processo di diffusione capillare, è necessario individuare altre somme per i progetti già pronti e procedere anche a nuove progettazioni di reti non trascurando le zone con densità abitative non economicamente vantaggiose. Uno sforzo economico che si deve aggiungere agli altri già in atto, per eliminare le disparità tra i cittadini sul tema dell’uso del metano che dura da almeno 20 anni”.