La notifica c'è e l'ha firmata il boss Gallina: processo regolare

La notifica c’è e l’ha firmata il boss Gallina: processo regolare

La difesa del mafioso estradato dagli Stati Uniti aveva chiesto l'annullamento perché non aveva ricevuto il decreto che dispone il giudizio

PALERMO – Il documento gli è stato notificato e c’è pure la sua firma. La firma del boss di Carini Ferdinando Gallina. La difesa del mafioso estradato dagli Stati Uniti aveva chiesto l’annullamento del processo perché riteneva che all’imputato non fosse stato notificato il decreto che disponeva il giudizio immediato.

La Procura è in grado di dimostrate che la procedura è stata rispettata sia in possesso del documento che conferma l’avvenuta notifica al difensore quando Gallina era ancora detenuto negli Stati Uniti per immigrazione clandestina. Il processo in Corte di Assise per tre omicidi, dunque, può proseguire.

Fino al 2017 nella fedina penale di Gallina c’era una condanna definitiva per mafia. Poi, sono arrivate le dichiarazioni di Antonino Pipitone a complicare, e di parecchio, la sua situazione giudiziaria.

In principio era stato un altro pentito, Gaspare Pulizzi, ad accusarlo di avere ammazzato Francesco Giambanco e Giampiero Tocco. Le sue sole dichiarazioni, però, non bastavano ad incriminarlo. Ecco perché sono divenute decisive quelle di Pipitone.

Infine è arrivata l’ultima tegola: Gallina avrebbe ucciso pure Felice Orlando, massacrato nel 1999 a colpi di pistola nella sua macelleria allo Zen.

Ferdinando Gallina, detto Freddy, 42 anni, è stato fermato a fine 2017 a New York dove era arrivato clandestinamente. Era scappato qualche mese prima, violando la sorveglianza speciale. Probabilmente aveva intuito che le cose si stavano mettendo male per lui, ancora prima che si pentisse Pipitone e che i carabinieri mettessero a posto i tasselli investigativi.

Anche nel 2008 Gallina si era dato alla latitanza per sfuggire al blitz Addiopizzo. Non si era però allontanato più di tanto. Fu arrestato in una villetta a Villagrazia di Carini e condannato. Lo scorso marzo è stato estradato in Italia e trasferito nel carcere di Nuoro.


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