La One Emergenza: |"Carteggio alla Procura" - Live Sicilia

La One Emergenza: |”Carteggio alla Procura”

La nota stampa della società cooperativa che ha diffidato il direttore generale "ad adempiere agli obblighi di legge previsti dalle procedure di affidamento della gara Comunitaria per il servizio di trasporto sanitario integrato".

Gara d'appalto al Garibaldi
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CATANIA – La One Emergenza Società cooperativa sociale Onlus aggiudicataria della gara d’appalto indetta dall’Azienda ospedaliera ARNAS “Garibaldi” di Catania, ha diffidato il direttore generale Giorgio Giulio Santonocito, ed il dirigente responsabile del procedimento, ad adempiere agli obblighi di legge previsti dalle procedure di affidamento della gara Comunitaria per il servizio di trasporto sanitario integrato per il soccorso sanitario d’urgenza ed emergenza (delibera D.G. n354 del 6/05/2016).

Le ragioni contenute nel lungo e copioso carteggio che la One Emergenza ha depositato in queste ore anche alla Procura della Repubblica di Catania, all’Ispettorato del lavoro ed al Prefetto di Catania.

Dopo quattro mesi di attesa:

1) un’opposizione all’aggiudicazione, persa, dalla società ricorrente dinanzi ai giudici amministrativi del Tar di Catania;

2) un accordo assunto e sottoscritto tra le parti datoriali e sindacali (Fp-Cgil, Fp-Cisl, Fpl-Uil), presso la sede della Confcooperative Sicilia;

3) la firma del contratto da parte della società aggiudicataria;

La direzione generale Arnas Garibaldi pone nuovi ostacoli al passaggio di consegne del “cantiere” dalla New Città di Catania alla One Emergenza soc.coop.

O meglio, si frappone come parte terza, all’immediato riassorbimento del personale impiegato nel servizio, soccorrendo le ragioni di una sigla sindacale, l’Usb di Catania. Una sigla sindacale che al momento non risulta firmataria né di accordi nazionali in relazione al CCNL né, per ovvie ragioni, di accordi territoriali.

Le ragioni del ritardo, e lo “stato di agitazione” preannunciato, sarebbero da ricollegare ad un presunto diritto leso, di alcuni lavoratori. Su questi fatti, precedentemente mai contestati formalmente, sarebbero le false motivazioni contenute nella dichiarazione resa dall’Unione sindacale di Base, all’amministrazione dell’Arnas Garibaldi. Un’amministrazione che lungi dall’attenersi ai suoi doveri istituzionali di verifica documentale e oggettiva, in modo subalterno, si starebbe “piegando” ai desiderata dell’Usb di Catania. Evidenziando una condotta ingiustificabile e soprattutto priva di fondamento giuridico. Una condotta illegittima posta in essere da dirigenti e responsabili del procedimento “idonea a cagionare gravissimi e irreparabili danni” alla società aggiudicataria.

Società che, si ricorda in questa sede, si è subito resa disponibile al riassorbimento delle 13 unità utilizzate per l’espletamento del servizio dalla New Città di Catania fino all’atto dell’indizione della gara comunitaria.

Ma come per magia il 10 novembre scorso, la Direzione Territoriale di Catania dell’Assessorato regionale della Famiglia delle Politiche Sociali e del Lavoro, ha rimesso indietro gli orologi, incurante del contratto sottoscritto dalla stessa Azienda Ospedaliera “Garibaldi”, della chiusura del verbale a conclusione dell’iter procedurale previsto allo stesso art. 4 del disciplinare di gara “esecutivo della salvaguardia occupazionale”, ha chiesto di far slittare, alla luce di 18 presunte diffide, i termini e le date del contratto.

Le diffide, secondo quanto si riferisce, sarebbero state depositate a nome e per conto del sindacato USB-Fp, presso la direzione dell’Arnas a quattro mesi di distanza dalla firma dell’accordo sottoscritto da CGIL CISL e UIL funzione pubblica, presso la sede della Confcooperative.

Una materia che riteniamo potrebbe a giusto titolo interessare autorità pubbliche ed inquirenti, al fine di chiarire l’increscioso “equivoco” in cui l’Arnas sembra essere scivolata: ansiosa di assolvere al proprio dovere istituzionale, quello di dare continuità al servizio di emergenza-urgenza, ma al tempo stesso, arbitro di un controverso e conflittuale rapporto con un sindacato di base, non firmatario di accordi nazionali di settore, ma indubbiamente capace di rimettere indietro gli orologi dell’invocata trasparenza amministrativa, a vantaggio di società che continueranno così ad operare in regime di proroga.

 


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