CATANIA. “Stiamo protestando contro la Oikos, l’azienda per la quale lavoriamo, che non ci paga le spettanze da oltre due anni e mezzo”. E’ questo lo sfogo, affidato a Livesiciliacatania, da parte di uno dei lavoratori. “Soldi e indennità che ci erano stati promessi, ci vengono ancora negati. Stanotte la passeremo qua in pescheria per tenere alta l’attenzione sulla nostra situazione”. Sarebbero oltre duecento i lavoratori che hanno incrociato le braccia. La maggior parte sono rimasti a Motta sant’Anastasia per bloccare l’uscita dei camion. Alla pescheria di Catania sono circa una ventina. Denunciano a testa alta l’ azienda per la quale lavorano da anni in quanto oltre a non pagare gli stipendi, li costringe a sottostare a situazione esasperate. “Le condizioni igienico sanitarie della Oikos sono pessime – incalza un rappresentare dei netturbini, in azienda manca anche l’acqua calda e dobbiamo lavarci solo con quella fredda. I bagni e gli spogliatoi della ditta sono al limite della decenza. Abbiamo rappresentato le nostre ragioni ai sindacati ma non comprendiamo il motivo per cui chi dice di proteggerci di fatto é colluso con l’azienda e non tutela le nostre istanze”.
Tutta la zona sud di Catania rischia di finire sommersa dai rifiuti. I netturbini hanno infatti sospeso la raccolta dei rifiuti alla pescheria, al castello Ursino, a San Cristoforo, in via Stella Polare, via Naumachia, via Barcellona, via Della Concordia, corso Indipendenza, fino a Librino compreso il Villaggio Sant’Agata. “Questo sciopero continuerà ad oltranza fino a quando non ci pagheranno gli stipendi, rimosso le disparità di trattamento tra colleghi e riconosciute tutte le relative spettanze – continua un netturbino; infine chiediamo l’apertura di un’ autorimessa alla zona industriale, così come era previsto nel capitolato di appalto. Fattore da non sottovalutare in quanto ci eviterebbe una trasferta quotidiana a Motta Sant’Anastasia, che ci è stata imposta dall’alto e non ci viene pagata”.
“E siccome siamo sotto campagna elettorale – si chiedono un gruppo di lavoratori animando scope e rastrelli – non si capisce come sia possibile che l’azienda continui ad assumere nuovi lavoratori con contratti a tre mesi, quando invece non ha i soldi per pagare i nostri arretrati. Che questi siano contratti strumentali sottoscritti solo per ragioni clientelari? Siamo a Catania e oramai a queste pratiche c’abbiamo fatto il callo”.