PALERMO – “Mi dispiace dovere dire che rispetto alle affermazioni di Crocetta, da siciliano che ama la sua terra e ha sempre rispettato le Istituzioni sono amareggiato dal tono e dal livello semantico che ritengo non consono alla carica di presidente della Regione”. Ad Elio Adelfio Cardinale, quel per lo meno inconsueto “alleluia alleluia” con cui il governatore ha commentato le sue dimissioni non va giù. E il professore, fresco dimissionario dal vertice del Cerisdi, lo dice senza mezzi termini. Contestando a Crocetta anche delle “mendacità”.
A cosa si riferisce?
“Il commento del presidente è mendace perché la mia lettera è stata consegnata stamattina alla sua segreteria alle undici e quarantacinque, il mio comunicato è partito ben più tardi. Quindi delle mie dimissioni Crocetta non apprende ‘dalla stampa’ come dice. E poi il castello non è dato in comodato. Ha un contratto di concessione in uso per un importo concordato di 50 mila euro l’anno”.
Il presidente Crocetta definisce il Cerisdi un ente “mangiasoldi”. Quanto costa?
“Solo il costo del personale è di quasi un milione di euro all’anno. Ora le dico quanto ha ricevuto l’ente dalla Regione: nel 2011 ha avuto un milione 606 mila euro. Nel 2012 ne ha ricevuti 987 mila. Nel 2013 sono scesi a 447 mila e solo per un’insistenza dell’Assemblea, perché Crocetta aveva previsto zero. E mi dispiace, tra l’altro, che sia stato ridotto il contributo per le borse di studio Bonsignore, intitolate al funzionario ucciso dalla mafia, da 245 a 47 mila euro”.
Le somme non sono sufficienti a garantire i lavoratori?
“Guardi, io ho attivato gli ammortizzatori sociali con l’ente bilaterale. I lavoratori lavorano 15 giorni al mese e per i 15 giorni non lavorati una percentuale la paga l’Inps. Ma questo non è sufficiente. Ho avuto mandato dal cda di procedere ai licenziamenti. Che io, in questo momento di carenza di posti di lavoro, non mi sento di deliberare”.
Non siete riusciti a rimpolpare le casse con i ricevimenti per i matrimoni? Crocetta ci ha scherzato su commentando il suo addio.
“Parliamone di questa cosa dei matrimoni: ho avuto non solo l’autorizzazione ma l’invito pressante dall’assessore alla presidenza del governo Lombardo di mettere a reddito il bene. Come si fa altrove in Italia. Ho fatto di tutto per raggiungere ogni anno il pareggio di bilancio. E sia chiaro: non ho fatto assunzioni, ho preso consulenti a titolo gratuito, personalmente ho rinunciato a qualunque emolumento o gettone, ho venduto l’autoblù di rappresentanza e sono sempre andato lì con la mia macchina e la mia benzina. E salire su due volte a settimana fino a Castello Utveggio, capisce bene che ha i suoi costi. Anche un consigliere d’amministrazione e il direttore generale lavorano gratuitamente. Abbiamo realizzato una politica di gestione austera e di tagli”.
Crocetta adesso parla di commissariamento.
“Può fare quello che vuole. Ma mi dispiace dovere dire che rispetto alle sue affermazioni, io da siciliano che ama la sua terra e ha sempre rispettato le istituzioni sono amareggiato dal tono e dal livello semantico che ritengo non consono alla carica di presidente della Regione. Non voglio entrare in polemica, prendo atto del tono delle sue affermazioni. Ad ogni modo, per ora c’è un vicepresidente che porterà avanti l’attività”.
Col presidente ha avuto modo di parlare in questi nove mesi?
“Abbiamo chiesto un colloquio, non ha mai risposto, non ci ha fatto chiamare nemmeno da un usciere. Io l’ho incontrato una sola volta. Se mi avesse detto che aveva una idea di politica culturale diversa io avrei dato le dimissioni seduta stante. A me essere sopportato non piace. Però c’è una cosa che devo registrare con amarezza”.
Cioè?
“La cesura tra la politica e la cultura. Il caso del Cerisdi è solo l’ultimo di una lunga serie. Si sta creando un deserto culturale in Sicilia”.
Ma in quella famigerata tabella H finiva un po’ di tutto, non solo la cultura. Questo nuovo sistema a bando non la convince?
“Bisogna augurarsi che le nuove normative possano realizzare uno sforzo di limpidezza nell’assegnazione dei finanziamenti. Altrimenti si tornerà alle parole del Gatopardo: perchè tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”.