I vicini: "Pensavamo| curasse la cervicale" - Live Sicilia

I vicini: “Pensavamo| curasse la cervicale”

Chi abita nella zona dei tre centri massaggi scoperti dalla polizia, arrestando otto persone coinvolte nel giro di prostituzione, sapeva di quanto succedeva in quegli appartamenti. Un pensionato: "Mica siamo stupidi, la luce restava accesa fino a tarda notte".

Operazione relax
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PALERMO – “Dicevano fossero bravi nel massaggio olistico, io avevo addirittura pensato di andarci, soffro di dolori cervicali e cercavo un centro vicino casa”. La signora Mariella Macaluso, residente in via Notarbartolo, è una dei tanti residenti nella zona dei centri massaggi a luci rosse finiti nel mirino della polizia e dopo avere saputo che la clientela era prettamente maschile, era tornata a casa cambiando idea. “Un giorno mi recai al civico 10, mi aprì una ragazza di circa 22 anni. Mi disse che per quel mese erano già al completo, forse non ero la cliente ideale?”.

E, in effetti, l’ampio bacino di clienti dello “Studio Elle” e del “Relax Time” di via Petrarca, era costituito prevalentemente da uomini. “Ne vedevamo in giacca e cravatta – aggiunge un negoziante – ben vestiti. In molti scendevano da auto di lusso, altri venivano in taxi, forse per non destare sospetto, ma sapevamo tutti, qui, cosa succedeva al primo e secondo piano. E, d’altronde, basta dare un’occhiata ai siti internet di annunci per accorgersi che la clientela si scambiava consigli on line sui due centri e sulle ragazze presenti. Tra queste, agli inizi dello scorso giugno, la polizia aveva trovato una minorenne che si era allontanata da casa.

I genitori, nel panico perché non riuscivano più ad avere notizie della figlia, avevano lanciato l’alalrme alle forze dell’ordine che, nel corso delle indagini, giunsero proprio al “Relax Time”. la minorenne si prostituiva, e con lei altre giovani studentesse. Fu in quell’occasione che la reale identità del centro fu svelata: l’attività che ha portato agli arresti di oggi, ha invece fatto luce sulla situazione degli altri due centri e sul ruolo di tutti i coinvolti, compresa la vigilessa che reclutava donne dai 20 ai 45 anni, tra cui due giovani mamme.

“Veramente? Qui c’erano delle prostitute? Non lo sapevo – dice Rosa Buscemi, una pensionata che abita di fronte al civico 10 di via Petrarca -. Mi fossi accorta di qualcosa di strano, avrei di sicuro chiamato la polizia”. Eppure, i due centri estetici chiudevano tardi e la fila fuori non passava di certo inosservata: “Ma sì, c’è chi faceva finta di nulla – dice Massimo Allegra, un residente – ma era chiaro da tempo che ci fosse uno strano giro qui. C’era letteralmente la coda”.

Ne sa qualcosa Maria Grazia Quatrosi, anche lei propensa a fare dei massaggi, ma alla quale è stata chiusa la porta in faccia: “Ero andata al primo piano, pensavo si trattasse di un centro massaggi serio, l’avevo trovato su internet. Mi dissero che il loro personale era prettamente femminile e se avevo particolari richieste. Non ci capii nulla, sinceramente, e me ne andai. Loro chiusero la porta alle mie spalle con violenza, quasi infastiditi. Fu quel giorno che pensai che la clientela femminile non era gradita”.

Stessa situazione in via Leonardo Vigo, una traversa di via dei Cantieri. Tra i vari uffici presenti nel palazzo, c’era anche l’appartamento in cui Roberto La Vecchia, finito oggi in cella, gestiva il centro “hot”. “Beh, sì, era chiaro, dice un vispo pensionato che abita al civico 3. Luce accesa fino all’una di notte, ragazze in mingonna, non siamo mica stupidi. E’ comunque meglio di vederle in strada, al freddo. Perché non riaprire le case chiuse?”


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